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10 febbraio | Giorno del Ricordo

A causa delle avverse condizioni meteo, non è stata possibile la celebrazione della Santa Messa presso la Foiba di Basovizza. L’Arcivescovo Mons. Crepaldi ha impartito la benedizione dopo aver letto il testo della preghiera per le Vittime delle Foibe, composta dall’Arcivescovo Mons. Santin nel 1959 e riportata in questa pagina.  Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia che l’Arcivescovo aveva scritto per la Celebrazione eucaristica.

DIOCESI DI TRIESTE

GIORNO DEL RICORDO

✠ Giampaolo Crepaldi

Trieste, 10 febbraio 2021

 
 
Distinte autorità, cari amici, fratelli e sorelle!
1.           Anche quest’anno, nonostante le numerose restrizioni disposte per contrastare la pandemia da Covid-19, siamo venuti a Basovizza per celebrare il Giorno del Ricordo, istituito con un’apposita legge dello Stato nel 2004 per coltivare la memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo di migliaia di connazionali dalle terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. La nostra presenza è una testimonianza coraggiosa che, nel ricordo di quella tragedia, intende affermare la verità storica che troppi e per troppo tempo hanno fatto di tutto per rimuovere, dimenticare e negare. La nostra presenza è una testimonianza convinta di denuncia degli orrori compiuti da uomini imbevuti di ideologie disumane che partorirono sopraffazione, distruzione e morte. La nostra presenza è una testimonianza convincente di responsabilità morale verso le giovani generazioni con le quali costruire un mondo segnato dai valori della giustizia e della pace. La nostra presenza è una testimonianza viva di chi riscatta una stagione storica di odio e violenza con la preghiera di suffragio per le vittime di quella tragedia, sottratte ingiustamente e prematuramente alla vita, e con l’espressione di una affettuosa prossimità verso i loro famigliari e amici.
2.           Cari amici, la tragedia delle foibe e dell’esodo va ricordata affinché la nostra coscienza umana diventi sempre più forte di fronte ad ogni volontà di dominio e di distruzione. Il ricordo va coltivato e custodito non solo per non commettere di nuovo gli stessi errori e per contrastare fermamente l’insorgere degli schemi illusori del passato, ma anche per individuare il percorso per le presenti e le future scelte di pace. Per questo il ricordo è un orizzonte di speranza, capace di ispirare scelte coraggiose e persino eroiche e di rimettere in moto energie nuove nei singoli e nelle comunità. Il nostro ricordare pertanto ci deve impegnare nella quotidiana disponibilità a lavorare nel cantiere della pace. Il mondo non ha bisogno di riciclati con selettivi vuoti di memoria, ma di convinti e generosi artigiani della pace, disponibili a fare il lavoro paziente di onorare la memoria delle vittime, di ricercare la verità e la giustizia e di indicare, passo dopo passo, una speranza comune con una ritrovata fiducia e solidarietà. In questo Giorno del Ricordo, affidiamoci alla Vergine Maria, Regina dei popoli e della pace, invocando la sua materna e consolante protezione.
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Invocazione per le Vittime delle Foibe
O Dio, Signore della vita e della morte, della luce e delle tenebre, dalla profondità di questa terra e di questo nostro dolore noi gridiamo a Te.
Ascolta , o Signore, la nostra voce.
“De profundis clamo ad Te, Domine; Domine, audi vocem meam”.
Oggi tutti i Morti attendono una preghiera, un gesto di pietà, un ricordo di affetto. E anche noi siamo venuti qui per innalzare le nostre povere preghiere e deporre i nostri fiori, ma anche apprendere l’insegnamento che sale dal sacrificio di questi Morti. E ci rivolgiamo a Te, perché Tu hai raccolto l’ultimo loro grido, l’ultimo loro respiro.
Questo calvario, col vertice sprofondato nelle viscere della terra, costituisce una grande cattedra, che indica nella giustizia e nell’amore le vie della pace.
In trent’anni due guerre, come due bufere di fuoco, sono passate attraverso queste colline carsiche; hanno seminato la morte tra queste rocce e questi cespugli; hanno riempito cimiteri e ospedali; hanno anche scatenato qualche volta l’incontrollata violenza, seminatrice di delitti e di odio.
Ebbene, Signore, Principe della Pace, concedi a noi la Tua pace, una pace che sia riposo tranquillo per i Morti e sia serenità di lavoro e di fede per i vivi.
Fa che gli uomini, spaventati dalle conseguenze terribili del loro odio e attratti dalla soavità del Tuo Vangelo, ritornino, come il figlio prodigo, nella Tua casa per sentirsi e amarsi tutti come figli dello stesso Padre.
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà.
Dona conforto alle spose, alle madri, alle sorelle, ai figli di coloro che si trovano in tutte le foibe di questa nostra triste terra, e a tutti noi che siamo vivi e sentiamo pesare ogni giorno sul cuore la pena per questi Morti, profonda come le voragini che li accolgono.
Tu sei il Vivente, o Signore, e in Te essi vivono. Che se ancora la loro purificazione non è perfetta, noi Ti offriamo, o Dio Santo e Giusto, la nostra preghiera, la nostra angoscia, i nostri sacrifici, perché giungano presto a gioire della splendore del Tuo volto.
E a noi dona rassegnazione e fortezza, saggezza e bontà. Tu ci hai detto:
“Beati i misericordiosi perché otterranno misericordia, beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio, beati coloro che piangono perché saranno consolati, ma anche beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati in Te, o Signore, perché è sempre apparente e transeunte il trionfo dell’iniquità.
O Signore, a questi nostri Morti senza nome, ma da Te conosciuti e amati, dona la Tua pace. Risplenda a loro la luce perpetua e brilli la Tua luce anche sulla nostra terra e nei nostri cuori. E per il loro sacrificio fa che le speranze dei buoni fioriscano.
Domine, coram te est omne desiderium meum et gemitus meus te non latet. Amen
Mons. Antonio Santin
Vescovo di Trieste
1959