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Pellegrinaggio a Medjugorje

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Pellegrinaggio a Medjugorje


✠ Giampaolo Crepaldi


Medjugorje, 19 settembre 2019



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. Stretti attorno all’altare in cui si rinnova l’offerta del Signore Gesù al Padre attraverso la potente azione dello Spirito Santo, vogliamo esprimere la nostra devota gratitudine all’Amore trinitario che, qui a Medjugorje, si manifesta in modo particolare con i tratti del suo perdono e della sua misericordia. Anche noi, come la donna peccatrice del racconto evangelico che abbiamo appena ascoltato, siamo venuti qui per prostrarci ai piedi di Gesù. Come lei, anche noi siamo chiamati a coltivare un amore grande, perché è l’amore che ci fa sperimentare la gratuità del perdono. Come lei, anche noi, dopo una bella confessione, assaporiamo la gioia del perdono e il gaudio di una vita rinnovata e rinata in Cristo. Come lei, anche noi dobbiamo essere fermamente certi che il debito che abbiamo accumulato con i nostri comportamenti peccaminosi è completamente condonato, perché come lei anche noi sappiamo che ci vengono perdonati i molti peccati, quando amiamo molto. Come lei, anche noi siamo a mensa con Lui, diventando suoi familiari, salvati dalla grazia del suo perdono. Come lei, anche noi nel momento della santa comunione, toccheremo quel corpo, martirizzato sulla croce e glorificato con la risurrezione, consapevoli che la misericordia divina è un dono di grazia per tutti. Come lei, anche noi dobbiamo sentirci salvati e redenti completamente dal nostro male, che spesso e per tanto tempo ho afflitto la nostra anima, avvertendo quella pace profonda che Gesù stesso ci annunzia: Ti sono perdonati i tuoi peccati e La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!. È questa una delle formule con la quale il confessore conclude il rito della confessione, ripetendo ad ogni pentito lo stesso augurio di salvezza e di pace. Facciamone tesoro: non ci mancherà la sua grazia.

2. Carissimi fratelli e sorelle, l’invito pressante che ci giunge da Medjugorje è quello della conversione, che si concretizza nell’invito a orientare la nostra vita a Cristo. E la Vergine Maria è la Madre che ci accompagna in questo nostro viaggio per arrivare a Gesù Cristo; è la Madre che, legando il nostro cuore al suo cuore, ci consente di fonderci in Cristo, nei suoi pensieri e intenzioni, nella sua volontà. In questa ottica, vogliamo disporci a consacrare le nostre persone alla Regina della Pace, consapevoli che Maria vuole la nostra salvezza e la salvezza dei fratelli. È questa la strada della santità, da percorrere con in mano la corona del rosario: nella contemplazione dei misteri cristiani trovano luce i misteri, altrimenti indecifrabili, della vita e della storia dell’umanità che, questa sera affidiamo all’amore materno della Regina della Pace. A questa Regina affidiamo gli sposi e le famiglie, perché non venga meno la dolcezza dell’amore vero, la serenità di un lavoro dignitoso, la generosità nel dono della vita; a questa Regina affidiamo i nostri giovani, perché non si spenga in loro la volontà di aderire a Cristo, l’Unico in grado di aiutarli nel pensare e nel progettare il proprio futuro; a questa Regina affidiamo i nostri sacerdoti, i consacrati, i seminaristi affinché siano sempre pronti e fedeli nel rispondere alla loro vocazione; a questa Regina affidiamo chi è malato, solo ed emarginato, umiliato e disperato; chi è insidiato dal pensiero che la vita sia un peso insopportabile; a questa Regina affidiamo le nostre Città e chi le amministra, perché non manchi mai il coraggio del bene comune; a questa Regina affidiamo le nostre Chiese diocesane, perché il Signore Gesù sia la fonte del loro agire, del loro servizio, del loro insegnamento e della loro missione; a questa Regina affidiamo le nostre persone, chiedendo la grazia di essere custoditi nel bene incommensurabile della fede, della speranza e della carità di Cristo Signore.