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Pasqua di Risurrezione | L’Alleluia pasquale

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


L’alleluia pasquale


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 4 aprile 2021



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!

1.         Nell’odierna liturgia pasquale risuona ripetutamente la parola ebraica Alleluia, che significa Lodate il Signore. Essa riecheggia e richiama l’avvenimento, assolutamente nuovo, della morte e risurrezione di Cristo. Da quell’evento, l’alleluia pasquale è sbocciato spontaneo in quel mattino di Pasqua a Gerusalemme nelle voci dei primi discepoli e discepole di Gesù. Oggi, quelle voci antiche giungono fino a noi: è la voce di Maria di Magdala che per prima vide il Signore risorto nel giardino presso il Calvario; sono le voci delle donne, che Lo incontrarono mentre correvano, impaurite e felici, a dare ai discepoli l’annuncio della tomba vuota; quelle di Pietro e Giovanni che anche loro si portarono svelti al sepolcro ormai vuoto; quelle dei due discepoli, che si erano incamminati verso Emmaus col volto triste e a sera tornarono a Gerusalemme pieni di gioia per aver ascoltato la sua parola e averLo riconosciuto nello spezzare il pane; quelle degli Apostoli che in quella stessa sera lo videro apparire in mezzo a loro nel cenacolo, mostrare le ferite dei chiodi e della lancia e dire loro: Pace a voi!.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, quelle voci antiche conservano il vigore di alimentare l’alleluia nostro e della Chiesa, facendolo rimbalzare di bocca in bocca, di cuore in cuore come un canto di consolazione e di speranza. L’alleluia pasquale però non deve essere soltanto una parola, ma la manifestazione credibile della nostra stessa vita cristiana, che invita tutti a lodare il Signore e lo fa con un comportamento pasquale, perché ha incontrato Cristo morto e risuscitato. Anche a noi oggi, come alle donne che rimasero accanto a Gesù durante la Passione, il Risorto ripete di non avere paura nel farci messaggeri dell’annunzio della sua risurrezione: “Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Mt 28,9-10). Tante sono le occasioni per comunicare agli altri questa nostra fede, così che dal nostro incontro nasca la loro fede. Scrisse san Paolo VI: “Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare ed insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il sacrificio del Cristo nella S. Messa che è il memoriale della sua morte e della sua gloriosa risurrezione” (Evangelii Nuntiandi, n. 15).

3.         Carissimi fratelli e sorelle, la gioia dell’alleluia pasquale è come smorzata dall’ora inquieta dello smarrimento e dell’incertezza che stiamo vivendo a causa della pandemia in corso, che pesa minacciosa sulla vita dei bambini e degli anziani, degli operai e degli imprenditori, delle famiglie e delle aggregazioni sociali e culturali, dell’uomo della strada e del politico. In quest’ora il Signore risorto ci ripete la parola che un giorno disse a Pietro: “Uomo di poca fede, perché vuoi dubitare?”. In quest’ora di sofferenza e di sventura, con il peso insopportabile della morte di tanti nostri cari, il Signore risorto ci ripete le parole che disse alle sorelle di Lazzaro che aprirono il loro cuore, disperato per la morte del fratello, alla fiducia nel suo intervento di vita e di risurrezione. Nell’ora in cui il male pare soverchiare le nostre fragili e spaesate esistenze, il Signore risorto ci dona l’implorata sicurezza e ci garantisce quella parola che disse agli apostoli nell’imminenza della sua passione: “Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”, perché Lui è “la Via, la Verità e la Vita”, perché Lui ci ha assicurato di essere con noi “tutti i giorni sino alla fine del mondo!”. Vogliamo allora vivere l’alleluia pasquale in comunione con Maria Santissima: nella preghiera del Regina caeli, che in questo tempo pasquale si recita al posto dell’Angelus, ci rivolgiamo alla Vergine, invitandola a rallegrarsi perché Colui che ha portato nel grembo è risorto: “Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia, quia surrexit Dominus vere, alleluia – Gioisci e rallegrati, Vergine Maria, alleluia, perché il Signore è risorto davvero, alleluia!”.