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Fede e arte a Trieste oggi

 
 

FEDE E ARTE A TRIESTE OGGI


Di Dio, non del mondo: dalle tenebre alla luce


16 - 29 giugno 2022


Sala Xenia - Riva III Novembre, 9 - Trieste



<< INVITO ALL'INAUGURAZIONE E PROGRAMMA>>



Giovedì 16 giugno alle ore 18, presso la Sala Xenia di Trieste, alla presenza del vescovo Giampaolo Crepaldi si inaugura l’ottava edizione dell’evento “Fede e Arte a Trieste oggi” intitolato Di Dio, non del mondo: dalle tenebre alla luce. Un evento nato dieci anni fa, nel 2012, quando monsignor Ettore Malnati, come Vicario alla cultura della Diocesi triestina, si confrontò con il compianto Enrico Fraulini e con chi scrive per studiare una iniziativa che ricollegasse il mondo della cultura con quello della fede, nella consapevolezza che l’arte contemporanea appariva distante dai percorsi della spiritualità. Nacque così “Fede e Arte a Trieste oggi”, un evento multiespressivo coinvolgente pittura, scultura, fotografia, letteratura, musica e recitazione che intendeva sfidare gli artisti affinché con la loro creatività sviluppassero una riflessione sui grandi interrogativi legati all’esistenza partendo dal Messaggio per la Quaresima che il Vescovo invia annualmente ai fedeli. E così è stato, anno dopo anno (con una pausa obbligata dalla pandemia negli ultimissimi anni), invitando artisti che hanno saputo proporre sempre nei vari campi un ventaglio di interpretazioni creative che poi i cataloghi che hanno accompagnato le varie edizioni hanno trasformato in una narrazione storica dell’espressività artistica rispetto al sacro. Obiettivo centrato anche in questa edizione ospitata alla Sala Xenia che allinea una serie di opere che spaziano creativamente dal realismo all’informale passando per l’icona, la scultura, la performance, concretizzando il monito di Mirò che il compito dell’arte non è rappresentare il visibile, ma l’invisibile nel visibile. E in tempi nei quali l’uomo in varie parti del mondo (dalla guerra in Ucraina al massacro di cristiani in Nigeria) sta dando prova del peggio di sé, questa rassegna testimonia ancora una volta che l’arte consente all’uomo di esprimere il meglio di sé. Lo fa anche attraverso il lavoro dei fotografi che, a differenza dei pittori, che possono usare la fantasia per esprimersi, hanno saputo immortalare momenti della nostra attualità per eternizzare la contemporaneità non conclusa nel messaggio quaresimale. Fotografie nelle quali l’oggetto non è stato fagocitato dal soggetto e che hanno una sublime capacità di spronare i fruitori a riflettere. La sezione della letteratura conferma che nella prosa la parola è pensiero. E lo fa attraverso gli scritti di alcuni autori triestini e le citazioni di alcuni testi di Moravia, Silone e Morante che Cristina Benussi ha selezionato per proporre una riflessione letteraria sui temi proposti dai messaggi quaresimali. Come sempre la sezione Recitazione “leggerà” (il 16, il 22 e il 29 giugno) alcuni lavori letterari presentati all’evento ma quest’anno ha anche “prodotto”, con la regia di Gualtiero Giorgini, un video che non è un promo dell’evento, ma è una originale visualizzazione esemplificativa del processo creativo vissuto da alcuni artisti nel realizzare le opere presenti alla rassegna. La sezione della Musica con Ennio Guerrato, Giorgio Blasco, Aurora Roiaz e Stefano Casaccia confermano anche in questa edizione la forza pittorica dei suoni e la capacità della musica di generare immagini interiori. Accompagneranno con i loro strumenti la lettura delle prose e delle poesie mentre in settembre la Cattedrale di San Giusto ospiterà il Concerto conclusivo dell’evento: sarà la riprova che in nessun ambito culturale nel mondo c’è una musica pari a quella nata nell’ambito della fede cristiana. In una società che pretende di umanizzare la tecnologia e dimentica l’uomo, l’evento “Fede e Arte a Trieste oggi” conferma che quando l’arte, in tutte le sue declinazioni, attraverso la bellezza, si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza, con i temi fondamentali da cui deriva il senso del vivere, può assumere una valenza religiosa e trasformarsi in un percorso di profonda riflessione interiore e di spiritualità. E ci dice anche che l’arte, in particolare la pittura, fa da specchio all’esperienza mistica, facendoci vedere il Dio che c’è anche se non c’è: come ha cercato di visualizzare l’artista con l’opera che funge da immagine all’evento. Nell’ambito della Rassegna viene esposta l’opera “Martirio di San Giusto” realizzata dall’artista Alice Psacaropulo nel 1946 per partecipare al concorso allora indetto per celebrare il Vescovo Santin. L’opera (un olio su tela 180x80) è stata recentemente restaurata e verrà donata dalla famiglia Psacaropulo-Casaccia alla Diocesi di Trieste.