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Le stragi terroristiche nella Domenica di Pasqua

 
 

La Diocesi esprime la sua fraterna vicinanza e l’assicurazione della propria preghiera ai cristiani dello Sri Lanka e condanna fermamente gli atti di terrorismo islamo-jihadista che hanno insanguinato il Paese asiatico, colpendo soprattutto i cristiani che, nel giorno di Pasqua, si trovavano raccolti nelle chiese a celebrare la risurrezione del Signore Gesù. Atti di morte mentre si celebrava la vita e l’amore divini. I kamikaze che si sono immolati in nome di Dio per uccidere altri uomini non hanno compiuto altro che atti di profanazione e di bestemmia. Definire «martiri» questi mostri che sono morti compiendo atti terroristici è stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio. Quale segno di speranza ci resta la statua del Cristo Risorto, rimasta ritta all’interno di una delle chiese attaccate: essa si presenta macchiata con il sangue dei nuovi martiri cingalesi che, con il dono della loro vita, hanno offerto la più eloquente e convincente testimonianza di quanto la fede in Cristo promuova la vera umanità nella fraternità e nella pace.