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Comunicato della Fondazione Diocesana Caritas Trieste


In risposta ai post offensivi e provocatori dei locali social media (apparsi sia la scorsa che questa settimana) gravemente lesivi della reputazione della Fondazione e di quella personale del suo legale rappresentante che con toni scandalistici affermano che i migranti, varcato il confine senza averne titolo, chiamerebbero “dei taxi perché li vadano a prendere chiedendo che emettano una ricevuta intestata alla Caritas o ad altro ente ad essa affiliato” (sic!) la Fondazione replica che: queste affermazioni oltre che inaudite sono senz’altro inverosimili ed inattendibili. Come si può credere che persone che arrivano qui disperate e disorientate, che non sanno come comunicare, perché non conoscono la nostra lingua siano in grado di chiamare dei tassisti e spiegare loro di emettere una ricevuta fiscale intestata alla Caritas? La nostra attività è quotidiana e spesso gestita in emergenza, per garantire a queste persone un aiuto che non consiste certo nel dare ai migranti cellulari per chiamare taxi, né tanto meno nell’istruirli di chiedere l’emissione di ricevute fiscali, intestate al nostro Ente.
L’Ente garantisce loro beni essenziali per sopravvivere, offre il sostegno primario: cibo, vestiario, acqua, sapone per la propria igiene, un tetto per ripararsi. I contribuenti triestini stiano pure tranquilli che la Caritas, tramite la Fondazione Diocesana Caritas Trieste ONLUS, agisce in modo del tutto trasparente e senza macchia, perché opera alla luce del giorno, nel pieno rispetto della legge, in sinergia con Prefettura e Autorità Giudiziarie, senza azioni vili e meschine volte a manipolare persone bisognose che confidando di trovare in noi e nei nostri coadiutori l’aiuto necessario si affidano totalmente.
Prima di gridare allo scandalo o di parlare di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o tacciarci come ladri approfittatori si invitano i “signori contribuenti” a documentarsi da fonti certe ed attendibili ed a riflettere di più sulle possibili conseguenze che simili affermazioni possono generare. Fortunatamente la nostra Città è consapevole dell’attività caritatevole peculiare della Caritas che promuove e propone le più svariate forme di coinvolgimento e possibili soluzioni per fronteggiare i bisogni e le povertà che si palesano, sposando la cultura dell’accoglienza che da molti anni risponde con progetti di reale e partecipe inserimento dell’elemento dello straniero nel tessuto sociale e culturale del nostro Paese.

Sac. Alessandro Amodeo
direttore Caritas e legale rappresentante FDCTO