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Messaggio dell’Arcivescovo per la presentazione del Motu proprio “Aperuit illis” di Papa Francesco

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


PRESENTAZIONE DI APERUIT ILLIS DI PAPA FRANCESCO

SUL VALORE DELLA PAROLA DI DIO

MESSAGGIO




Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
Con un importante documento il Santo Padre Francesco ha stabilito che la III Domenica del Tempo Liturgico Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Il documento, sotto forma di motu proprio, si intitola Aperuit illis, poiché riprende una frase che si trova nel Vangelo secondo di San Luca, dove si afferma che il Signore Gesù, poco prima della Sua Ascensione, “aprì l’intelletto” dei Suoi discepoli “affinché capissero le Scritture” (Tunc aperuit illis sensum ut intelligerent Scripturas). Il testo di Papa Francesco porta la data della memoria di San Girolamo, il grande santo dalmata che scrisse: “L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo”.
Il documento Aperuit illis – che richiama la Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla divina Rivelazione Dei Verbum – contiene alcuni preziosi insegnamenti di carattere teologico, spirituale e pastorale che devono essere accolti e valorizzati, sul piano personale e su quello comunitario, anche nella nostra Chiesa diocesana, alcuni dei quali qui desidero richiamare, invitando a leggere e a meditare per intero il testo di Papa Francesco.
– In primo luogo, il documento puntualizza che tutta la Scrittura – sia l’Antico Testamento sia il Nuovo – annuncia Cristo: “La Bibbia parla di Cristo e lo annuncia come colui che deve attraversare le sofferenze per entrare nella gloria”. Dunque, precisa il Papa, “non una sola parte, ma tutte le Scritture parlano di Lui” e “la Sua morte e risurrezione sono indecifrabili senza di esse”.
– In secondo luogo, Il testo ribadisce che la Sacra Scrittura è finalizzata alla nostra salvezza: infatti, “la Bibbia non è una raccolta di libri di storia, né di cronaca, ma è interamente rivolta alla salvezza integrale della persona”. Inoltre, “l’innegabile radicamento storico dei libri contenuti nel testo sacro non deve far dimenticare questa finalità primordiale: la nostra salvezza”.
– In terzo luogo, Papa Francesco sottolinea che la Bibbia va letta alla luce della Tradizione della Chiesa e del Magistero: “Spesso si corre il rischio di separare tra loro la Sacra Scrittura e la Tradizione, senza comprendere che insieme sono l’unica fonte della Rivelazione”. Aggiunge: “Il carattere scritto della prima nulla toglie al suo essere pienamente parola viva; così come la Tradizione viva della Chiesa, che la trasmette incessantemente nel corso dei secoli di generazione in generazione, possiede quel libro sacro come la «regola suprema della fede»”.
– In quarto luogo, si afferma il profondo legame tra la Sacra Scrittura e l’Eucarestia: “La frequentazione costante della Sacra Scrittura e la celebrazione dell’Eucaristia rendono possibile il riconoscimento fra persone che si appartengono”. Spiegando il significato di questa correlazione, Papa Francesco aggiunge: “Quando i Sacramenti sono introdotti e illuminati dalla Parola, si manifestano più chiaramente come la meta di un cammino dove Cristo stesso apre la mente e il cuore a riconoscere la sua azione salvifica”. Quando cioè si partecipa alla celebrazione eucaristica con attenzione e devozione si avverte subito lo stretto legame che esiste tra l’annuncio della Parola di Dio e il sacrificio eucaristico, poiché è lo stesso Mistero che viene offerto alla nostra contemplazione.
– In quinto luogo, il documento pontificio contiene anche un puntuale richiamo ai vescovi e ai sacerdoti sul valore dell’omelia, che non può essere improvvisata, ma va preparata con cura e con il tempo necessario: “A noi predicatori è richiesto, piuttosto, l’impegno a non dilungarci oltre misura con omelie saccenti o argomenti estranei”. La via indicata per evitare quest’errore sta nello studio e nella meditazione sui testi sacri, consiglio rivolto anche ai catechisti.
Carissimi fratelli e sorelle, anche la nostra comunità diocesana deve saper far tesoro dell’invito che ci giunge da papa Francesco con la pubblicazione del documento Aperuit illis: “Far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture”. Sappiamo bene che ogni domenica è la domenica della Parola di Dio, ma celebrarla con particolare solennità la Terza Domenica del Tempo Ordinario – così come avviene per il mistero eucaristico in occasione del Corpus Domini – servirà a rendere “sempre più accessibile la Sacra Scrittura ai credenti, così da farli sentire grati di un dono tanto grande, impegnati a viverlo nel quotidiano e responsabili di testimoniarlo con coerenza”. Un giorno quindi che, con l’impegno generoso di tutti e le indicazioni che giungeranno a noi dal Centro Diocesano per la Parola di Dio e da altri realtà e istituzioni pastorali, cercheremo di rendere solenne e fecondo per il bene delle nostre anime. Nel cammino di accoglienza della Parola di Dio, ci accompagnerà la Madre del Signore, che fu riconosciuta beata perché ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le aveva detto (cf. Lc 1,45). Di cuore vi benedico.

✠ Giampaolo Crepaldi