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Mons. Crepaldi | 50° anniversario di ordinazione sacerdotale

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


50° anniversario di ordinazione sacerdotale


Lettera alla Diocesi


✠ Giampaolo Crepaldi




Carissimi sacerdoti, consacrati e consacrate, fratelli e sorelle nel Signore!

1.        Il 17 luglio del 1971, in una caldissima giornata d’estate, fui ordinato sacerdote nella chiesa parrocchiale di Villadose, appartenente alla Diocesi di Adria-Rovigo, dal compianto Vescovo Mons. Giovanni Mocellini. Iniziava così, cinquant’anni fa, il mio lavoro apostolico, avendo accolto l’invito che Cristo stesso rivolse un giorno ai primi discepoli incontrati sulla riva del mare di Galilea: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini» (Mc 1,17). A distanza di 50 anni, ringrazio il Signore per il dono della vocazione al sacerdozio. «L’anima mia magnifica il Signore ed il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore», esclamò Maria nell’incontro con Santa Elisabetta: è questo anche il canto che sgorga spontaneo dal mio cuore, mentre contemplo la bontà e la misericordia del Signore. Il primo novembre del 1996, nella ricorrenza del 50° della sua ordinazione sacerdotale, san Giovanni Paolo II espresse i sentimenti del suo animo in tale circostanza, con un libro di singolare intensità spirituale: Dono e mistero (Libreria Editrice Vaticana, 1996). Nel primo capitolo troviamo questa frase che, quando la lessi, mi colpì molto: «Nel suo strato profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l’uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita» (p. 9). Per me, poi, il dovere di ringraziare il Signore per il dono ricevuto con il sacerdozio diventa ancor più pressante, da quando sono stato chiamato 20 anni fa all’episcopato.

2.         In occasione del 50° anniversario della mia ordinazione sacerdotale sono a chiedere la carità della vostra preghiera e di unirvi a me nell’inno di ringraziamento a Cristo Buon Pastore perché mi sostenga nel lavoro apostolico, facendomi annunciatore, mite e coraggioso, del suo Regno. Il 17 di luglio celebrerò una Santa Messa di ringraziamento alle ore 18 nella Cattedrale di san Giusto. Per me, in particolare, questa Santa Messa per il passato diventerà un momento di supplica per il futuro, affinché il Padrone della mistica vigna voglia rendere fecondo di bene quel lavoro apostolico che ho iniziato cinquant’anni fa e che mi propongo di continuare fino a quando Cristo verrà a chiamarmi a sé. Allora potrò dirgli: «O mio Signore, in terra ho ascoltato la tua Voce; fa che ora possa vedere anche il tuo Volto». Seguirà poi il momento conviviale della cena che desidero condividere con i poveri presso la Mensa della Caritas in via dell’Istria. Su questa linea di condivisione con i fratelli e sorelle più bisognosi ho deciso che tutte le offerte che verranno raccolte per l’occasione saranno devolute a sostenere un progetto per l’assistenza dei bambini abbandonati portato avanti nella Repubblica Democratica del Congo, con ammirevole dedizione, dalla Congregazione delle suore africane presenti in vescovado. Un pensiero speciale lo dedico ai giovani: figlio di un tempo tribolato, con il 50° di sacerdozio mi lascio alle spalle il passato, custodendo nel cuore i ricordi più cari, ma con ancora la volontà di dare una mano ai giovani di oggi, perché abbiano un avvenire degno dei figli di Dio. Con quest’impegno ogni cristiano nella Chiesa è chiamato ad operare, per essere sale della terra e luce del mondo. Lo è tanto più il sacerdote, incaricato di proporre alle nuove generazioni il Vangelo di Cristo, quel Vangelo che solo può salvare l’uomo.
Nel ringraziarvi di cuore, vi benedico e vi affido alla cura materna della Vergine Maria.