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Lettera ai sacerdoti su Sacramento della Riconciliazione e Indulgenza

Lettera ai sacerdoti su Sacramento della Riconciliazione e Indulgenza

 


Carissimi fratelli nel sacerdozio,
per opportuna informazione vi faccio pervenire due significativi documenti della Penitenzieria Apostolica, dei quali evidenzio i punti più rilevanti e significativi per il nostro ministero pastorale.
1.         Il primo documento è una Nota circa il Sacramento della Riconciliazione nell’attuale situazione di pandemia. In essa si ribadisce quanto segue:
a) la confessione individuale rappresenta il modo ordinario per la celebrazione di questo sacramento (cf. can. 960 CIC), la quale, in considerazione dei pericoli in atto per la diffusione del coronavirus, va celebrato in luogo areato esterno al confessionale, con l’adozione di una distanza conveniente, con il ricorso a mascherine protettive, ferma restando l’assoluta attenzione alla salvaguardia del sigillo sacramentale ed alla necessaria discrezione;
b) l’assoluzione collettiva, senza la previa confessione individuale, non può essere impartita se non laddove ricorra l’imminente pericolo di morte, non bastando il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti (cf. can. 961, § 1 CIC), oppure una grave necessità (cf. can. 961, § 1, 2° CIC), la cui considerazione spetta al Vescovo diocesano, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale (cf. can. 455, § 2 CIC) e ferma restando la necessità, per la valida assoluzione, del votum sacramenti da parte del singolo penitente, vale a dire il proposito di confessare a tempo debito i singoli peccati gravi, che al momento non era possibile confessare (cf. can. 962, § 1 CIC). La Penitenzieria Apostolica ritiene che, soprattutto nei luoghi maggiormente interessati dal contagio pandemico e fino a quando il fenomeno non rientrerà, ricorrano i casi di grave necessità, di cui al summenzionato can. 961, § 2 CIC. Ogni ulteriore specificazione è demandata dal diritto ai Vescovi diocesani, tenuto sempre conto del supremo bene della salvezza delle anime (cf. can. 1752 CIC).
c) la contrizione perfetta. La Nota ricorda che “Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali (cf. CCC, n. 1452)”.
2.         Il secondo documento è un Decreto circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli nell’attuale situazione di pandemia. Con esso si stabilisce di concedere l’Indulgenza:
a) ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile;
b) gli operatori sanitari, i familiari e quanti, sull’esempio del Buon Samaritano, esponendosi al rischio di contagio, assistono i malati di Coronavirus secondo le parole del divino Redentore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13), otterranno il medesimo dono dell’Indulgenza plenaria alle stesse condizioni;
c) a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé;
d) chi si trovasse nell’impossibilità di ricevere il sacramento dell’Unzione degli infermi e del Viatico, affidando alla Misericordia divina tutti e ciascuno in forza della comunione dei santi si concede al fedele l’Indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera (in questo caso la Chiesa supplisce alle tre solite condizioni richieste). Per il conseguimento di tale indulgenza è raccomandabile l’uso del crocifisso o della croce (cf. Enchiridion indulgentiarum, n. 12).
Carissimi fratelli nel sacerdozio, ho ritenuto doveroso e opportuno farvi conoscere questi due importanti e significativi documenti che, oltre a manifestare la sollecitudine pastorale della Sede Apostolica, hanno il valore di orientare e illuminare il nostro ministero sacerdotale nelle situazioni difficili che stiamo affrontando. La sintesi che qui vi ho proposta verrà pubblicata anche nel sito della Diocesi con, in allegato, i testi integrali dei due documenti della Penitenzieria Apostolica.
Colgo l’occasione per ringraziarvi delle preghiere e dei voti augurali con i quali avete accompagnato l’anniversario della mia ordinazione episcopale il 19 marzo scorso, solennità di San Giuseppe. Restiamo uniti nella preghiera a Gesù, Capo e Pastore del popolo santo di Dio, invocando quotidianamente la materna intercessione della Madonna della Salute.
+ Giampaolo Crepaldi

Trieste, 22 marzo 2020

 

Nota della Penitenzieria Apostolica circa il Sacramento della Riconciliazione nell’attuale situazione di pandemia

Decreto della Penitenzieria Apostolica circa la concessione di speciali Indulgenze ai fedeli nell’attuale situazione di pandemia