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Giornata Nazionale per la Vita

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Giornata Nazionale per la Vita


✠ Giampaolo Crepaldi


Ospedale Burlo Garofolo, 3 febbraio 2019



Carissimi fratelli e sorelle,
1. Sono particolarmente lieto di poter celebrare qui all’Ospedale Burlo Garofolo la 41ª Giornata nazionale per la Vita, che, anche quest’anno, è stata impreziosita con un significativo Messaggio dei Vescovi italiani intitolato È vita, è futuro, messaggio che richiama uno dei brani più suggestivi del libro del profeta Isaia: “Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Is 43,19). L’annuncio di Isaia è un invito ad accogliere, servire, promuovere la vita umana. In questa prospettiva, i Vescovi italiani sono ben consapevoli che il nostro Paese ha bisogno di un patto per la natalità, che coinvolga tutte le forze culturali e politiche e, oltre ogni sterile contrapposizione, riconosca la famiglia come grembo generativo del nostro Paese, un patto che superi la diffusa mentalità antinatalista che, “non solo determina una situazione in cui l’avvicendarsi delle generazioni non è più assicurato, ma rischia di condurre nel tempo a un impoverimento economico e a una perdita di speranza nell’avvenire” (Francesco, Amoris laetitia, 42).

2. Carissimi fratelli e sorelle, il Santo Padre Francesco ha recentemente affermato che “La difesa dell’innocente che non è nato deve essere chiara, ferma e appassionata, perché lì è in gioco la dignità della vita umana, sempre sacra, e lo esige l’amore per ogni persona al di là del suo sviluppo” (Discorso ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 25 giugno 2018). A fronte di un’affermazione tanto impegnativa per la coscienza umana e cristiana, si resta senza fiato di fronte alla decisione dello Stato di New York di legalizzare l’aborto fino al nono mese di gravidanza, cioè fino ad un secondo prima del parto, provvedimento passato sotto silenzio sulla quasi totalità dei mezzi di comunicazione italiani. Quando si intraprende la deriva giuridica di definire l’aborto come un diritto è inesorabile che si giungano a simili aberrazioni, dove il concetto stesso di aborto viene superato per risolversi in quello di infanticidio. Veramente strana e stramba la nostra società che si batte giustamente e lodevolmente per abolire la pena di morte per i reati, ma introduce la pena di morte per i bambini, tutelandola giuridicamente come un bene pubblico e proponendola come un’espressione di progresso civile.

3. Carissimi fratelli e sorelle, ci insegnano i Vescovi italiani che se amiamo il futuro siamo chiamati all’accoglienza della vita anche dopo la nascita, in ogni condizione e circostanza, soprattutto quando essa si presenta debole, minacciata e bisognosa dell’essenziale, prendendoci cura di chi soffre per la malattia, per la violenza o per l’emarginazione con il rispetto dovuto a ogni essere umano quando si presenta fragile. La vita fragile viene riscattata e rigenerata in un abbraccio di amore. La comunità cristiana e la società civile sono pertanto chiamate ad accogliere, custodire e promuovere la vita umana dal concepimento al suo naturale termine. La vera ecologia è quindi quella integrale, quella cioè capace di custodire la vita di tutti e di custodirla sempre. Il futuro può iniziare oggi, se dentro di noi coltiviamo la certezza che la vita è sempre un bene, per noi e per i nostri figli. Per tutti. Alla Vergine Maria, che di Cristo Via Verità e Vita, è stata la Madre, affidiamo i nostri propositi di bene.