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Indulgenza plenaria a Monte Grisa

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


INDULGENZA PLENARIA A MONTE GRISA


✠ Giampaolo Crepaldi


Santuario di Monte Grisa, 13 settembre 2019



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. Questo nostro incontrarci alla mensa eucaristica riveste questa sera un significato del tutto particolare e speciale. Alla memoria del sacrificio del Signore Gesù in croce, fonte della nostra salvezza da cui trae origine ogni bene per la Chiesa e il mondo, vogliamo legare la commemorazione di due eventi che sono legati a questo santuario mariano di Monte Grisa. Il primo riguarda la consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria. Infatti, il 13 settembre 1959, dopo una peregrinatio della Vergine di Fatima nelle maggiori città italiane, l’Italia veniva consacrata al Cuore Immacolato di Maria, a Catania, al termine del Congresso Eucaristico Nazionale. Il secondo riguarda il 60° della posa della prima pietra per la costruzione di questo Santuario dedicato proprio alla Vergine di Fatima. Questi due eventi, collegati strettamente uno all’altro, sono stati l’occasione per programmare tutta una serie di celebrazioni. Esse saranno impreziosite dall’Indulgenza plenaria, concessa dalla Penitenzieria Apostolica, per tutti coloro che – confessati, comunicati e dopo aver pregato per le intenzioni del Santo Padre Francesco – prenderanno parte alle celebrazioni in programma presso il Santuario. Il Decreto inoltre estende l’Indulgenza Plenaria alle persone anziane, ai malati e a tutti coloro che sono impossibilitati a partecipare alle celebrazioni presso il Santuario, invitandoli all’osservanza delle tre condizioni sopra esposte, a unirsi spiritualmente alle celebrazioni e a offrire le loro sofferenze. Con un ulteriore Decreto, la Penitenzieria Apostolica ha concesso la Benedizione Papale sia per i partecipanti alle celebrazioni presso il Santuario sia per coloro che ne sono impediti. Quanto concesso alla nostra Chiesa dalla benevolenza del Santo Padre Francesco tramite la Penitenzieria Apostolica è una straordinaria opportunità di grazia da vivere nella prospettiva della conversione al Signore Gesù, della preghiera a Maria, Madre e Regina, con la ferma determinazione di percorrere la strada della santità cristiana.

2. Carissimi fratelli e sorelle, a Fatima la Madon­na promise il trionfo del suo Cuore Immacolato, chiedendoci di orientare la nostra vita a Cristo. La Madonna è la strada più sicura per arrivare a Gesù Cristo e far diventare il nostro cuore secondo il cuore di Lei costituisce il modo più perfetto per fonderci in Cristo, nei suoi pensieri e intenzioni, nella sua volontà. In questa ottica, ci disponiamo a consacrare le nostre persone al Cuore Immacolato di Maria, consapevoli che Maria vuole la nostra salvezza e per nostro mezzo la salvezza dei fratelli. E’ questa la strada della santità, da percorrere con in mano la corona del rosario: nella contemplazione dei misteri cristiani trovano posto i misteri, spesso indecifrabili, dei nostri fratelli e sorelle che, questa sera affidiamo all’amore materno del Cuore Immacolato di Maria. A suo Cuore affidiamo i nostri giovani, perché non si spenga mai in loro la capacità di pensare e progettare il futuro; a suo Cuore affidiamo gli sposi e le famiglie, perché non venga meno la dolcezza dell’amore vero, la serenità di un lavoro dignitoso, la generosità nel dono della vita; al suo Cuore affidiamo chi è senza lavoro e chi rischia di perderlo; al suo Cuore affidiamo chi è solo ed emarginato, umiliato e disperato; chi è insidiato dal pensiero che la vita sia un peso insopportabile; al suo Cuore affidiamo la nostra Città e chi l’amministra, perché non manchi mai il coraggio del bene comune; al suo Cuore affidiamo la nostra Chiesa, perché il Signore Gesù, sia la fonte del suo agire, del suo servizio, del suo insegnamento e della sua missione; perché si rigeneri attingendo al Vangelo e non ad altre cisterne estranee o avvelenate; al Suo Cuore di Madre affidiamo le nostre persone, chiedendo la grazia di essere custoditi nel bene incommensurabile della fede, della speranza e della carità.