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Report Caritas: “Non ce ne siamo lavati le mani”

 
 



Si è tenuta oggi, venerdì 21 maggio, la conferenza stampa di presentazione del Report della Caritas sulle attività di sostegno e servizi durante il periodo della pandemia con la presenza dell'Arcivescovo mons. Crepaldi, dell'Assessore Grilli e del Direttore della Caritas don Alessandro Amodeo


Non ce ne siamo LAVATI LE MANI
Persone, comunità e servizi dopo un anno di pandemia



Il Report analizza i dati di servizi e progetti della Fondazione diocesana Caritas Trieste onlus, braccio operativo della Caritas diocesana, nel periodo della pandemia, da marzo 2020 ad aprile 2021, mettendoli a confronto con il periodo pre-pandemico, dal 1 gennaio 2019 al 29 febbraio 2020.

La finalità del Report, afferma l’Arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi, “oltre ad analizzare numeri e dati, intende scuotere le coscienze di tutti di fronte alla povertà resa ancor più grave e severa dall'avvento della pandemia da coronavirus. Dietro ai numeri ci sono le persone, ci sono dei fratelli e delle sorelle fragili e bisognosi, ci sono bambini, famiglie, migranti in difficoltà. Il Report è soprattutto il resoconto di una vicenda cristiana d'amore, fatta di fraternità e prossimità come ci chiede spesso Papa Francesco”.

I dati rispecchiano la situazione di povertà del territorio ed evidenziano criticità, fabbisogni e storie. Tra gli elementi emersi, alcuni appaiono particolarmente significativi:
Aumentano le persone supportate, da 5.791 a 6.562 (+13,3%). A queste si aggiungono 235 persone aiutate con regolarità da alcune Caritas parrocchiali e circa 2.000 assistite a domicilio nel periodo del primo lockdown da una rete di 9 parrocchie. I residenti rimangono quelli che ricevono maggiore sostegno (3.095 persone);
• Le persone che non si erano mai rivolte alla Caritas, i nuovi poveri, sono state 4.561, cioè il 69,9% del totale, 1.000 persone in più rispetto al periodo pre-pandemia;
Cresce il numero dei giovani 18-34 anni. Non solo migranti ma +16,0% di residenti con problemi di disoccupazione/inoccupazione;
• Rispetto alla Povertà Alimentare, l’Emporio della Solidarietà è il servizio per residenti che ha avuto l’incremento maggiore (+6,9% pari a 1.066 persone) così come il Refettorio ha visto aumentare gli italiani (dal 3,0% al 9,4%);
• Avanza la Povertà Energetica evidenziata dall’aumento dalle morosità delle utenze (da 21,5% nel 2018 a 28,2% nel periodo di emergenza) perché si è ridotta la capacità di spesa di disoccupati (23,4%) o lavoratori poveri (22,3%);
• Maggiore impegno per il disagio abitativo presente sul territorio che ha portato all’apertura di nuovi servizi in convenzione con il Comune di Trieste, superando l’Emergenza Freddo del periodo invernale a favore di un aumento dei posti stabili da 45 a 110. Inoltre abbiamo garantito a 119 persone senza dimora l’accoglienza in isolamento fiduciario in collaborazione con il Comune;
• Si evidenzia la presenza significativa di minori all’interno dei nuclei familiari assistiti da Caritas (848), segnale dell’ampliamento della povertà minorile e della diseguaglianza sociale;
• È continuato il flusso degli arrivi dalla Rotta balcanica. Dall’apertura del servizio di isolamento fiduciario preventivo, obbligatorio per qualsiasi persona proveniente dall’estero, in collaborazione con la Prefettura di Trieste, si registra la presenza di 2.736 persone accolte di cui 62 famiglie con 162 minori.

Tra i tanti progetti, servizi e sostegni attivati durante la pandemia dalla Caritas e dalla Diocesi, si evidenziano il Fondo Ravignani, costituito per volontà dell’Arcivescovo, che ha supportato in un anno 157 persone, segnalate da 17 parrocchie, per morosità bollette, affitti ed aiuti alimentari e il Numero Verde Ascolto 800.629.679, nuovo servizio per sostenere non solo le persone in difficoltà economiche ma anche relazionali, solitudine o disagio psicologico.
Inoltre, nonostante le difficoltà del tessuto economico della città, non si è mai fermato il servizio di formazione lavoro che ha incontrato 170 persone alla ricerca di occupazione e ha contattato diverse aziende del territorio per proporre inserimenti lavorativi di persone in situazione di disagio.

Quali sono le storie delle persone che abbiamo ascoltato?
Tra i tanti volti, abbiamo incontrato un pescatore che dopo tanti anni ha perso il lavoro a causa della chiusura dei ristoranti a cui forniva il pesce, un imprenditore travolto dalle difficoltà e isolatosi tra i boschi del Carso o un uomo pakistano di 50 anni arrivato dopo dieci anni dall’inizio del suo viaggio e che nell’ultima settimana prima dell’accoglienza si era nutrito solo di neve.

Per don Alessandro Amodeo, direttore Caritas, “questo Report esprime chiaramente il senso dell’essere Chiesa. Non ci si può girare dall’altra parte davanti alle situazioni di difficoltà e, in un’epoca dove è diventato fondamentale sanificarsi, mantenere distanze ed aumentare tutti i gesti quotidiani preventivi alla sicurezza sanitaria ed ambientale, abbiamo scelto – paradossalmente – di non lavarcene le mani”.


Qui di seguito il link per consultare il Report
 
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