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Una tragedia che riguarda tutti


DIOCESI DI TRIESTE


✠ Enrico Trevisi


Trieste, 13 novembre 2025



La tragedia del piccolo Giovanni è anche la tragedia della sua mamma, del suo papà e di tutta la comunità. Nonostante l’attivazione dei servizi sociali, del tribunale, del Centro di Salute Mentale, della Caritas parrocchiale e della comunità cristiana di Muggia non si è riusciti ad impedire che la ferocia della violenza si scagliasse contro il più innocente: un bambino di nove anni.

Succede nelle guerre. Succede anche nei drammi famigliari. Con tutte le gradazioni di disagio, di colpa, di malattia, di angosce ribollenti. Ci scopriamo tutti incapaci di proteggere i più piccoli che restano i più indifesi, vittime innocenti, incolpevoli, pure.

In qualche modo ci riportano alla vittima innocente che è il Cristo Crocifisso. E ci rammentano che il male ancora è presente ed è assassino. Siamo chiamati a ritrovare uno spazio di silenzio, di riflessione sulla presenza del male e su come non lasciarci travolgere dalla tentazione semplicistica del trovare il capro espiatorio. Certo che dobbiamo impegnarci a fare in modo che non si ripetano più queste tragedie. Ma purtroppo, nel frattempo, dobbiamo anche accettare la nostra sconfitta, il fallimento della nostra pretesa organizzativa che vorrebbe eliminare il male e la morte innocente. Siamo chiamati a fare i conti che la nostra umanità così vulnerabile, la nostra cultura gracile, le nostre istituzioni sociali e sanitarie non possono debellare la costitutiva fragilità esibita da questo dolore innocente. Abbiamo bisogno di guardare altrove per essere salvati dal mistero del Male e della morte.

Come comunità cristiana siamo chiamati ad alzare lo sguardo al Cristo Crocifisso, Agnello innocente e immolato. E con Lui a ripartire con nuovo vigore; ad impegnarci per i piccoli, sempre schierati dalla parte degli innocenti. E a piangere per quando non abbiamo fatto abbastanza. E a chiedere perdono per quando non siamo stati capaci di prevenire il male che si annida dentro di noi, fin dentro le nostre famiglie e le nostre comunità.
Solo così, insieme, per Grazia, potremo ripartire, portando i pesi gli uni degli altri. Stando accanto a chi soffre e cercando di esserci accanto ad ogni persona ferita e vulnerabile.
Invito tutti alla preghiera. Invito tutti a comprometterci nella difesa della vita fragile. Invito tutti a guardare a Cristo e a invocare Misericordia: ne abbiamo tutti bisogno.