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Chi (non) l’ha detto | Stefano Lorenzetto ospite agli Incontri con l’Autore

 
 
Mercoledì 11 settembre alle ore 17.30 nell’Auditorium “Marco Sofianopulo” del Museo Revoltella in via Armando Diaz 27, si terrà il secondo degli appuntamenti del ciclo “Incontri con l’Autore” organizzati dalla Diocesi di Trieste, attraverso la Cattedra di San Giusto, in collaborazione con il Club della Repubblica e il Comune di Trieste.
Il dott. Stefano Lorenzetto, giornalista e saggista, presenterà il suo ultimo libro “Chi (non) l’ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate”, Marsilio Editore (2019).
L’incontro sarà introdotto da un intervento musicale a cura del prof. Stefano Casaccia (flauto), dal prof. Ennio Guerrato (chitarra) e dalla prof.ssa Aurora Roiaz (arpa).

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Stefano Lorenzetto
Stefano Lorenzetto, nato a Verona l’11 luglio 1956, giornalista e scrittore, è consigliere dell’editore nella casa editrice Marsilio. Scrive per Corriere della Sera, Arbiter e L’Arena. È collaboratore dello Zingarelli per la segnalazione di nuove voci e accezioni. È stato vicedirettore vicario del Giornale e direttore editoriale della Verità, quotidiano che ha fondato nel settembre 2016 con Maurizio Belpietro.
In oltre 45 anni di professione giornalistica ha scritto per più di 50 testate. Prima assunzione a L’Arena di Verona nel 1975. Dopo aver fondato con alcuni colleghi il settimanale Il Nuovo Veronese, dal quale è nata Telenuovo, nel 1983 è tornato all’Arena.
Nel 1995 ha lasciato da caporedattore il quotidiano veronese per trasferirsi a Milano, chiamato al Giornale da Vittorio Feltri, del quale è stato vicedirettore vicario, ruolo che ha continuato a ricoprire anche con Mario Cervi e Maurizio Belpietro fino al 1998, quando ha scelto di dimettersi per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura.
Dall’agosto 1998, ininterrottamente, ha pubblicato ogni settimana sul Giornale un’intervista di un’intera pagina. L’ultima serie, Tipi italiani, dedicata in prevalenza a personaggi poco noti, è in assoluto la più lunga che sia mai apparsa sulla stampa mondiale e dal 2011 è stata omologata per cinque volte dal Guinness World Records. Ha raggiunto le 769 puntate e si è conclusa il 30 agosto 2015, con le dimissioni dell’autore dal Giornale.
Nel 2003 il direttore di Rai Educational, Giovanni Minoli, gli ha affidato il programma Internet café, 77 puntate in onda su Rai 3.
In precedenza aveva collaborato con Maurizio Costanzo alla realizzazione del Maurizio Costanzo Show.
È stato collaboratore fisso dei settimanali Panorama, L’Europeo e Anna e dei mensili Quattroruote e Capital.
Ha scritto fra l’altro per Oggi, Domenica del Corriere, Sette, Gente, Epoca, Visto, Dipiù, Class, L’Occhio, Noi, Ciak, A Tavola, Doctor, Medical Digest e per le riviste di bordo dell’Alitalia e della Lauda Air, Ulisse e Roger.
Chi (non) l’ha detto. Dizionario delle citazioni sbagliate. (ed. Marsilio)
Gesù Cristo non disse mai «Lazzaro, alzati e cammina!» Galileo Galilei non esclamò «Eppur si muove!» L’adagio «A pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina» non è di Giulio Andreotti. Sarà vero l’aforisma di Winston Churchill secondo cui a Londra «un taxi vuoto si è fermato davanti al numero 10 di Downing Street, e ne è sceso Attlee»? No, falso: infatti si trattava di una carrozza e ne discese, a Parigi, Sarah Bernhardt. «Vivi come se tu dovessi morire subito, pensa come se tu non dovessi morire mai» sarà del filosofo Julius Evola o della pornostar Moana Pozzi? Sono passati più di vent’anni da quando Paolo Mieli, per due volte direttore del «Corriere della Sera», minacciò: «Una citazione latina sbagliata in un discorso o riportata erroneamente in un articolo dovrà diventare un’onta perenne, un guaio peggiore di un avviso di garanzia». Purtroppo, da allora, poco è cambiato, se non in peggio. Giornalisti e politici continuano ad attribuire pensieri in libertà a personaggi che non si sono mai sognati di esprimerli. Convinto che il “citazionismo” sia la deriva che più ha tolto credibilità alla casta degli scribi cui egli stesso appartiene, Stefano Lorenzetto ha sottoposto a radiografia detti, non detti e contraddetti, cercando di scoprire, per i più celebri, come e perché si siano diffusi in modo errato. I risultati dell’indagine risultano sconcertanti e al tempo stesso divertenti. L’esclamazione «Elementare, Watson!» non è mai uscita dalla bocca di Sherlock Holmes né tantomeno dalla penna di Arthur Conan Doyle. E, a dispetto dell’aneddotica circolante su Mike Bongiorno, la signora Longari ha spiegato all’autore di questo libro che non è mai caduta sull’uccello. Materia sterminata, infingarda, magmatica, cangiante. Forse perché «la vita stessa è una citazione», diceva Jorge Luis Borges (ma l’avrà detto davvero?).