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Lettera del Vescovo ai sacerdoti

 
 

Carissimi confratelli nel sacerdozio,

scrivo questa lettera per ricordarvi alcune attenzioni legate a uno degli aspetti più delicati al nostro ministero sacerdotale: il rapporto con i beni materiali soprattutto in relazione alla cura delle parrocchie.

Così scrivevo al n° 12 del Documento “Essere preti a Trieste”, pubblicato negli scorsi mesi, come riflessione dopo il Sinodo diocesano:

Anche in relazione ai beni materiali deve guidarci la carità pastorale ovvero i beni materiali debbono essere sempre vissuti come un mezzo per il fine che è il bene della Chiesa. La tentazione di cadere in una mentalità consumistica sino all’esito estremo dell’idolatria, della ricchezza materiale che prende il posto di Dio nel cuore, è sempre in agguato. La tentazione di considerare necessario il superfluo è ancor più insidiosa. Il presbitero, il cui modello è Cristo Buon Pastore, deve invece coltivare un sano distacco dai beni materiali, l’evangelica povertà in spirito, allenandosi a rinunciare al superfluo, condividendo con i poveri, amministrando con onestà e senza alcun tornaconto personale i beni della comunità”.

Ecco quindi alcune attenzioni che ritengo necessario ribadire una volta di più. Innanzitutto nella gestione dei beni parrocchiali.

Sono necessarie prudenza e attenzione nell’accettare elargizioni e lasciti. È doveroso portare a conoscenza dell’Ordinario di somme ricevute che superino i 15000 Euro. E soprattutto occorre che questi beni siano depositati nei conti correnti della parrocchia e non in conti privati del sacerdote o di laici. Occorre ricordare che è obbligatorio che il sacerdote tenga distinto il suo personale conto da quello della parrocchia.

Devo ribadire che è importante una gestione oculata dei depositi parrocchiali: il confronto con il Consiglio degli Affari economici (obbligatorio in ogni parrocchia) è necessario per condividere con la comunità le priorità di spesa che una parrocchia può affrontare. Per spese importanti (sempre oltre i 15.000,00 euro) è necessario chiedere anche l’autorizzazione all’Ordinario.

Inoltre occorre ricordare anche uno stile personale che sia evangelico. È importante che ogni sacerdote rediga il suo testamento, per distinguere ciò che possiede perché legato al suo ministero (intenzioni di Ss. Messe da celebrare…) con quello che gli appartiene davvero. Noto con rammarico che alla morte di qualche Confratello la sua “eredità” non tiene in considerazione la santa Chiesa di Dio.

Chiedo anche di avere uno sguardo su se stessi nei propri comportamenti personali legati alla gestione delle cose: l’acquisto di auto, cellulari, viaggi, la gestione delle ferie… che stile di persona e di prete emerge dalle scelte che ciascuno compie? E quale rapporto con il denaro? Attaccamento e sperpero sono due facce malate della stessa medaglia.

Discernimento, equilibrio e prudenza sono doti necessarie ancor più in questo momento storico in cui la figura del sacerdote è sempre sotto i riflettori e leggerezze in questo campo possono costare caro alla vita del singolo sacerdote e all’immagine della Chiesa.

Ribadendo ogni stima e incoraggiamento per il vostro ministero, vi saluto e vi benedico.

✠ Giampaolo Crepaldi
Arcivescovo-Vescovo di Trieste


Trieste, 27 maggio 2021