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Ordinazione diaconale di Elizalde Fortajada, Petar Subotić e Sanil Madushanka

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Ordinazione diaconale
di Elizalde Fortajada, Petar Subotić, Sanil Madushanka


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 17 settembre 2022



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      La Chiesa di Trieste rende grazie al Signore per il dono di tre nuovi diaconi, Elizalde Fortajada, Petar Subotić, Sanil Madushanka, che sono pronti a servirla con la triplice diaconia della Parola, dell’Eucaristia e della carità. Al grazie della Chiesa per questo dono, si uniscono in modo particolare i loro genitori e familiari - collegati in streaming - i Superiori e i colleghi del Seminario, le comunità parrocchiali di origine e di appartenenza e quanti – sacerdoti, religiosi, amici e conoscenti – li hanno aiutati a raggiungere questa meta. Essi provengono da posti lontani e da altre culture, ma qui a Trieste - città notoriamente multiculturale - hanno trovato accoglienza e casa. Con l'ordinazione, il sacramento dell’Ordine del Diaconato si innesterà nella loro generosa risposta all’invito del Signore a spendersi senza riserve per l’edificazione del suo Regno, e li conformerà a Gesù, povero e servo di tutti. Essi poi diventeranno diaconi transeunti, destinati cioè al Presbiterato, ma il dono di questo passaggio diaconale darà forma ad un’esistenza voluta da Dio come un imperscrutabile disegno d’amore che farà traboccare il loro cuore di consolazione per renderli una sorgente di grazia, cui potranno dissetarsi molti viandanti che incontreranno strada facendo.

2.         Carissimi Elizalde, Petar, Sanil, san Paolo nella sua seconda Lettera ai Corinti scrisse che “l’amore del Cristo ci possiede” e che “quelli che vivono non vivono più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,14). Questo richiamo sarà per voi un sigillo di autenticità che troverà espressione nelle domande che vi rivolgerò tra poco a nome della Chiesa. In primo luogo, vi chiederò di esercitare il diaconato con carità e umiltà, come collaboratori del vescovo e dei presbiteri, al servizio del popolo cristiano. Con la vostra risposta affermativa, manifesterete la volontà di seguire Cristo che ha voluto essere servo di tutti. Guardate sempre a Lui come modello supremo di carità nel vostro ministero. In secondo luogo, esprimerete la vostra disponibilità a custodire, con coscienza pura, il mistero della fede, annunciandola con parole e opere secondo il Vangelo, in piena fedeltà al magistero della Chiesa. A questo riguardo vi esorto a dedicare ogni giorno del tempo per approfondire le questioni riguardanti la fede e la morale secondo quanto indicato dal Catechismo della Chiesa Cattolica: è una fonte preziosa e indispensabile per arricchire le vostre omelie e il vostro parlare. In terzo luogo, vi chiederò di recitare quotidianamente la Liturgia delle Ore, dando voce alla preghiera che la Chiesa eleva al cielo a nome di tutta l'umanità. La preghiera dovrà essere il cuore pulsante della vostra vita diaconale.

3.         Carissimi Elizalde, Petar, Sanil, l’ordinazione diaconale si concluderà con la consegna del libro dei Vangeli, che mette in evidenza il compito assegnatovi di ministri della Parola. Vi ricordo le espressioni dell’Apostolo Paolo: non vi dovrete “vergognare mai del Vangelo poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (cf. Rm 1,16). Il diaconato non è una semplice funzione e non vi chiede di essere “operatori pastorali”, come va di moda dire al giorno d'oggi, ma vi consacra, cioè vi “separa”, affinché tutta la vostra persona sia spesa per il Vangelo. Siete “consacrati nella verità” (Gv 17,17) che stabilisce un'essenziale appartenenza a Cristo, che vi rende partecipi della sua vita e del suo destino e vi abilita ad agire nella sua persona. Questa missione è specialmente necessaria nella nostra Trieste, una città in gran parte secolarizzata, e rappresenta una vera e propria responsabilità su cui dovete impegnare il vostro servizio a Cristo e alla Chiesa. Purtroppo anche i triestini sono spesso preda di visioni della vita lontanissime dal Vangelo e in aperto contrasto con esso. A loro portate Cristo e il suo Vangelo di salvezza. La Vergine Maria, Mater Ecclesiae, rivolga su di voi il suo sguardo materno e vi accolga sotto il suo manto: sia Lei a farvi sperimentare la tenerezza di Dio affinché, come un unguento risanatore, la possiate spalmare sulle ferite delle persone che incontrerete.