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Ordinazione presbiterale di Elizalde Fortajada e Petar Subotić


DIOCESI DI TRIESTE


Ordinazione presbiterale
di Elizalde Fortajada e Petar Subotić


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 26 marzo 2023



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1. Con l’ordinazione presbiterale dei diaconi don Elizalde Fortajada e don Petar Subotić, la Chiesa di Trieste vive un evento di grazia che la porta a sentirsi profondamente grata al Signore che continua a riservarle un amore generoso e vivificante. Una gratitudine che raggiunge i genitori, i familiari e gli amici dei due candidati, i loro parroci e parrocchie e i sacerdoti che li hanno accompagnati, con generosa disponibilità, nella loro formazione. Un doveroso grazie va anche al Rettore, al Vicerettore, al Padre spirituale del Seminario e a quanti hanno partecipato all’educazione di questi due giovani. Pur provenendo da località geograficamente lontane, qui a Trieste hanno consolidato la loro vocazione e completato la loro formazione in vista del presbiterato. In questa occasione, tanto significativa e importante per don Elizalde e don Petar, sono a chiedervi il sostegno della vostra preziosa preghiera, affinché la loro ordinazione presbiterale avvenga in spirito di fervida lode al Padre che li ha chiamati, al Figlio che li ha attirati a sé, allo Spirito che li ha formati. Con l’appoggio della vostra preghiera, il loro adsum – eccomi, sono pronto! – sarà più gioioso e convinto: in definitiva, con il loro adsum, hanno messo la loro vita completamente a disposizione di Colui che “è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro” (2Cor 5,15).

2. Carissimi don Elizalde e don Petar, in questa quinta domenica di Quaresima, la Chiesa propone alla nostra spirituale considerazione il brano del Vangelo di Giovanni (cf 11,1-45) relativo alla risurrezione di Lazzaro. Se avete celebrato con fede i santi Misteri durante queste domeniche di Quaresima, avete percorso un cammino che vi ha portato ad una conoscenza sempre più profonda della persona di Gesù e del suo Mistero. Questo cammino trova oggi il suo momento più forte. Gesù fa la suprema rivelazione di Se stesso: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Oggi, Gesù dice a voi due cose fondamentali: prima di tutto che la vita e la risurrezione è Lui stesso; la seconda cosa, conseguenza della prima, che “chi crede” in Lui “anche se muore, vivrà”. In queste mirabili affermazioni di Gesù è concentrata tutta la grandiosità del cristianesimo! Esso, infatti, è la risposta vera al desiderio più profondo dell’uomo, quello di vivere. Gesù è la risurrezione e la vita. Chi crede in Lui, chi lo incontra veramente e profondamente mediante la fede e i sacramenti, vive fin da ora della vita stessa di cui vive Gesù, e “chiunque vive e crede” in Lui “non morirà in eterno”. Egli diventa ora e per ciascuno di voi risurrezione di vita. Carissimi, voi diventate preti per essere ministri di questo evento di grazia; per annunciare il Vangelo della risurrezione, della vita, per consacrare nella Santa Messa quel cibo mangiando il quale si viene in possesso dell’eterna vita di Gesù, per coltivare la comunità cristiana come luogo dove è possibile che si incontri Gesù che è la risurrezione e la vita e, credendo in Lui, si viva in eterno.

3. Carissimi don Elizalde e don Petar, ricordatevi sempre che per essere buoni pastori degli altri dovete essere buoni pastori in voi stessi. Come? In primo luogo, facendo spazio ogni giorno al Signore, meditando la sua Parola, trovando luce attraverso l’aiuto di un accompagnamento spirituale e, soprattutto, trascorrendo del tempo con Lui in preghiera, ascoltandolo in silenzio davanti al tabernacolo. Ascoltare la voce di Dio nel profondo del vostro cuore e discernere la sua volontà è indispensabile per la vostra crescita interiore, soprattutto quando vi troverete di fronte a compiti urgenti e difficili. In secondo luogo, coltivare lo spirito di comunione fraterna, non solo tra di voi, ma anche con il vescovo, col presbiterio diocesano, con i consacrati e i fedeli laici. La vostra vocazione è un dono da mettere al servizio dell’edificazione del corpo di Cristo (cf Ef 4,12). In terzo luogo, essere segni vivi di Gesù presente nel mondo, donandovi completamente a Dio e al suo Popolo santo, nell’amore celibatario e con cuore indiviso. Nelle varie forme di apostolato che sarete chiamati a svolgere, date sempre testimonianza dell’amore misericordioso di Gesù per tutti i membri della famiglia umana, specialmente per i poveri e i bisognosi. Vi accompagni in questa testimonianza presbiterale e vi protegga sempre la Vergine Maria, che vi esorto ad accogliere, come fece l’apostolo Giovanni sotto la Croce, quale Madre della vostra vita e del vostro sacerdozio. Amen!