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Ammissione agli Ordini Sacri dei seminaristi Giulio Barelli e Marijo Karadakić


DIOCESI DI TRIESTE


Ammissione agli Ordini Sacri
dei seminaristi Giulio Barelli e Marijo Karadakić


✠ Enrico Trevisi


CAttedrale di San Giusto, 17 marzo 2024



LETTURA BREVE At 13, 26-30a
Fratelli, a noi è stata mandata questa parola di salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l’hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; e pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti.

Cari fratelli e sorelle,
Amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre

Paolo e Barnaba sono stati riservati per una missione grande: andare ad annunciare il Vangelo. Mentre l’assemblea dei credenti stava pregando e digiunando “lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono”. Essi partono e nel brano ascoltato li troviamo ad Antiochia di Pisidia. Come sempre la predicazione inizia nella sinagoga, e il brano letto appartiene a questa prima lunga omelia di Paolo. Molti credono… ma la gelosia dei Giudei provoca subito dissapori: con parole ingiuriose contrastano Paolo e Barnaba e questi segnano una svolta: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra».
Ne segue la gioia dei pagani (v.48), ma anche la persecuzione di Paolo e Barnaba (v. 50). E tuttavia la Parola del Signore si diffondeva in tutta la regione (v. 49) e i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo (v. 52).

Per Marijo e Giulio colgo alcune sottolineature. Per loro e per noi tutti.
• Lo Spirito Santo è il protagonista: nella Chiesa si è scelti, ma lo Spirito è il regista. Rimaniamo sempre docili a cogliere l’imprevedibile forza dello Spirito che ci manda. Ma ricordiamocelo: si tratta di discernere la vocazione e non semplicemente di autocandidature. Non ci si candida… si è scelti e si parte.

• L’annuncio della salvezza è il primo compito. Lo ripeto: Si è scelti per annunciare il Signore, morto e risorto per noi. Scelti per annunciarlo con la vita, e poi con le parole. Vi auguro la gioia di annunciare il mistero di Cristo (morto per noi e risorto per darci la vita vera), sempre e comunque, a tutti. In ogni occasione, nei diversi linguaggi.

• Si parte: ma gli esiti possono essere diversificati. Contraddittori e per i motivi più diversi. Può esserci il cuore duro (dei Giudei come quello degli uomini e delle donne di oggi, il cuore duro dei giovani come pure il core duro dei vecchi…). Può esserci che sbagliamo noi il metodo anche se poi diamo la colpa agli altri. Può essere che i tempi della conversione non sono i nostri tempi che pretendono mietere immediati successi…Può esserci che c’è chi semina e chi raccoglie. Può esserci che noi raccogliamo ciò che altri hanno seminato. Insomma gli esiti della missione possono essere buoni o deludenti… Ricordiamoci l’insegnamento continuo di tutti i maestri spirituali: Restiamo umili perché non tutto dipende da noi. Ma alimentiamo la passione, la gioia interiore di essere al servizio del Vangelo che tante volte passa per le piccole cose: il chicco di grano che muore, un pizzico di lievito nella farina, un bicchiere d’acqua, la visita al malato, l’obolo della vedova, il granello di senape che diventa un grande albero… Ma dobbiamo crederci che siamo inadeguati… ed è solo allora che nell’umiltà lasciamo spazio al Signore e alla sua grazia.

• Occorre essere aperti a nuove missioni. Talvolta una porta si chiude e un’altra si apre. Si chiude quella dei Giudei e si apre quella dei pagani. Si chiudono modelli non più adeguati di evangelizzazione e se ne aprono altri. Paolo e Barnaba si recheranno a Gerusalemme dagli Apostoli e davanti a Pietro e a Giacomo esporranno la nuova via da loro aperta. Solo in comunione con la Chiesa si evangelizza: altrimenti si semina zizzania.

Carissimi Marijo e Giulio preghiamo perché il vostro cammino prosegua sempre nella piena docilità al Signore. E che altri giovani sappiano decidersi di rispondere al Dio che chiama.
Questa mattina iniziando le vostre preghiere, avete recitato il salmo 63 (62) con quel versetto (v. 4) che vi prego di incidere nella vostra memoria:
“La tua grazia vale più della vita”. La nuova traduzione dice: “Il tuo amore vale più della vita”. Abbiamo scoperto che c’è qualcosa che vale più della nostra vita, per cui vale la pena spendere la nostra vita, giocarla interamente. È l’amore di Dio! Lì ritroviamo noi stessi. Solo quello autorizza il cammino impegnativo di consacrarci nella via del sacramento dell’ordine. Solo l’amore di Dio – accolto, custodito, trasmesso – può mantenere giovane il vostro cuore e darvi le energie per affrontare il futuro imprevedibile in cui sarete posti a servire la Chiesa sull’esempio di Cristo Buon Pastore.