DIOCESI DI TRIESTE
Santa Messa in Coena Domini
â Enrico Trevisi
Cattedrale di San Giusto, 28 marzo 2024
Cari fratelli e sorelle,
Amati fratelli e sorelle: Ljubljeni bratje in sestre
Ci ha amati fino alla fine, fino al dono totale di sĂŠ. GesĂš è il vero Agnello pasquale, che sostituisce quelli dellâantico Israele. E il desiderio dellâuomo che grida a Dio e implora salvezza trova ascolto.
LâEucaristia è la risposta di Dio al nostro desiderio di Lui, alla nostra fame di Lui. In ogni epoca storica, attraverso tanti e variegati cammini religiosi, uomini e donne hanno alzato a Dio il loro grido, la loro preghiera, che è un desiderio di salvezza, una supplica di aiuto, una lode innalzata che poi diventa intercessione per il popolo.
Oggi questo desiderio sembra assopito. Sembra. PerchĂŠ nel cuore di tanti rimane unâinvocazione, un pensiero inespresso, o addirittura represso. Nel nostro tempo uno può vantarsi di fare la meditazione yoga, ma se dice della sua preghiera cristiana e della sua messa quotidiana⌠Si appare legati a culti ancestrali che la scienza ha spazzato via. Si sembra fuori tempo, fuori moda a desiderare Dio e il Dio di GesĂš Cristo e lâincontro con Lui.
Noi ora qui, domandiamoci quale è la temperatura del nostro desiderio di Dio. Ă una brace che arde nel nostro cuore? Domandiamoci se noi personalmente e intensamente desideriamo lâincontro vivo con il Signore GesĂš, la sua compagnia nelle nostre solitudini, la sua luce di veritĂ , la sua compassione per le nostre ferite. O se invece ci siamo assuefatti ad una visione materialistica della vita per la quale è vero solo ciò che tocco, che mi crea benessere individuale, che razionalmente è dimostrato.
Che spazio ha il desiderio di Dio in noi? Lo cerchiamo? Lo desideriamo? Ci appassioniamo nella ricerca di Lui? Invochiamo lo Spirito Santo o diamo piĂš tempo allâoroscopo?
La fede vive solo in chi coltiva la preghiera che è un desiderio vivo di un incontro vivo con Dio. E allora si sperimenta che lui si china su di noi e lava i nostri piedi. E allora si riesce a intravedere che in una parola ispirata incontro un Dio che mi parla; che in un pezzo di pane benedetto câè il mistero-sacramento del nostro incontro con lâAssoluto di Dio che mi viene dentro. Nella mia libertĂ di rischiare ragionevolmente di me insieme a Lui e per i fratelli.
Riporto ora due desideri-preghiere di due autori molto diversi, ma che dicono lo spessore del desiderio di Dio e della preghiera autentica. Lo spessore di una preghiera e di un desiderio che stravolge la vita. Inizio con la preghiera di Magdalene DelbrĂŞl una mistica francese che aveva attraversato anche lâabisso dellâateismo ma proprio 100 anni fa, il 29 marzo 1924 nella chiesa di San Domenico a Parigi si incontra con il Dio che colmerĂ lâorizzonte della sua vita. Ho scelto questa sua famosa preghiera:
Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino colmo d'acqua sporca.
Girerei il mondo con quel recipiente
ad ogni piede cingermi l'asciugatoio
e curvarmi giĂš in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo, dell'ateo,
del drogato, del carcerato, dell'omicida,
di chi non mi saluta piĂš,
di quel compagno per cui non prego.
In silenzio... finchĂŠ tutti abbiano capito,
nel mio, il Tuo amore. (Magdalene DelbrĂŞl)
E ora un testo piĂš antico di santâAnselmo dâAosta, XI secolo: ci dice di una ricerca appassionata, mistica, che nel buio di unâumanitĂ sconvolta dal dolore, spalanca la vita alla speranza e dunque alla responsabilitĂ del vivere.
Guardaci, o Signore, ascoltaci, illuminaci e mostrati a noi...
Abbi pietĂ delle nostre fatiche e dei nostri sforzi per tendere a te
poichĂŠ senza di te nulla possiamo.
Tu ci inviti a te: aiutaci.
Ti prego ardentemente, o Signore,
non lasciarmi cadere nello scoraggiamento ma fa' che viva di speranza,
fa' che il mio cuore,
amareggiato nella sua desolazione, sia addolcito dalle tue consolazioni;
fa' che avendoti cercato affamato non rimanga digiuno di te:
mi sono avvicinato a te affamato,
non permettere che mi allontani senza essere saziato;
povero, mi sono accostato al ricco;
miserabile, mi sono accostato al misericordioso.
Non permettere che me ne torni vuoto e scontento...
Insegnami a cercarti, mostrati a chi ti cerca,
perchĂŠ non posso
nĂŠ cercarti, se tu non me lo insegni,
nĂŠ trovarti, se tu non ti manifesti.
Fa', o Signore, che possa cercarti desiderandoti,
possa desiderarti cercandoti,
possa trovarti amandoti
e ti possa amare trovandoti. (S. Anselmo dâAosta, Proslogion, 1; PL 158,226-227)