DIOCESI DI TRIESTE
Infiorata alla stele mariana di piazza Garibaldi
✠ Enrico Trevisi
piazza Garibaldi, 8 dicembre 2024
Ovunque ci giriamo vediamo violenze e sopraffazioni, come se la nostra umanità fosse capace solo di guerre e cattiverie. Guardiamo a Te, Maria Immacolata, e scopriamo che il disegno di Dio è che la nostra umanità, rinnovata dallo Spirito di Dio, diventi artefice di accoglienza e di fraternità, di giustizia e di pace. Fra tutti i popoli.
Siamo inorriditi dalle tante prevaricazioni e violenze sulle donne perpetrate da chi dovrebbe amarle, proteggerle e rispettarle.
Guardiamo a Te, Maria Immacolata, piena di Grazia e scopriamo quanta delicatezza e premura ha avuto Dio nei tuoi confronti, bussando al tuo cuore, chiedendo il tuo libero consenso. E chiediamo che ogni uomo impari da Dio ad avere massimo onore e rispetto per ogni donna e per ogni persona fragile.
Siamo in una società in cui regna la solitudine, la diffidenza, la aggressiva competizione, la paura del giudizio degli altri e della propria inadeguatezza. Paure che ci rendono malinconici, tristi, demotivati.
Guardiamo a Te, Maria Immacolata, Madre dell’Amore e scopriamo che siamo creati non per la solitudine ma per l’amore, non per l’aggressività ma per la comunione, non per l’ostentazione della propria falsa superiorità ma per l’accoglienza dell’amore infinito e preveniente di Dio, che si china sulla umana creatura, sapendola fragile ma anche capace di rispondere in libertà al suo amore paziente.
Abbiamo ridotto la nostra ragione umana a semplice calcolo di interessi individualistici, abbiamo dissolto il bene comune nel mero benessere individuale, abbiamo idolatrato il calcolo economico.
Guardiamo a Te, Maria Immacolata, umile serva del Signore e scopriamo che c’è più gioia nella comunione che nell’abbondanza prevaricatrice; che il senso della vita non sta nell’accumulare ma nel donare; che c’è un Dio che ci viene incontro e ci sorprende prendendo le sembianze del piccolo, del povero, del vulnerabile. Come il bimbo nella stalla di Betlemme, come il bestemmiato appeso alla croce.