Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza
In previsione del 1° maggio, i Vescovi italiani hanno predisposto il tradizionale Messaggio per il Mondo del Lavoro. Messaggio che, ovviamente, acquista una particolare valenza in corrispondenza al Giubileo della Speranza, come richiamato fin dal titolo scelto.
Il tema dei rapporti tra le persone, nei pur diversi ruoli di dipendente, dirigente ed imprenditore, ed il valore sociale di questi rapporti, è centrale in tutti i documenti Sociali della Chiesa, dalla Rerum Novarum alla Laudato Sì: la collaborazione fra le parti sociali è infatti il principio fondante della DSC, declinato con il rispetto della dignità e della sicurezza dei lavoratori e con il riconoscimento del ruolo propositivo e innovativo delle imprese.
In questa ottica, il documento evidenzia alcuni aspetti che rappresentano concretamente gli effetti di queste forme di collaborazione, come “il riconoscimento nei contratti di lavoro nazionali dell’importanza della formazione permanente e della riqualificazione”, e ancora il diffondersi di “forme di welfare e assicurazione attenti alle emergenze sanitarie e familiari” e di “meccanismi di partecipazione” alla gestione d’impresa.
Per ricordare le radici del pensiero della Chiesa, il messaggio dei Vescovi richiama le parole di Giovanni Paolo II: “il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo” (Laborem exercens, 3). Prosegue poi evidenziando le maggiori criticità oggi presenti nel mondo del lavoro: l’impoverimento delle relazioni a causa dello smart working, la crisi demografica, lo sfruttamento degli immigrati, la distanza tra le competenze richieste e quelle offerte dai giovani che cercano lavoro, la delocalizzazione delle imprese alla ricerca di condizioni di costo e fiscali più favorevoli, che “alimenta una spirale al ribasso su costo e dignità del lavoro”. Il Messaggio richiama poi l’urgenza di fermare il fenomeno degli infortuni e delle morti sul lavoro, vera piaga del nostro settore produttivo, unica via per realizzare una “piena giustizia”. Ulteriore aspetto negativo è rappresentato dalla migrazione di troppi giovani, anche ad elevata scolarità, che dopo essersi formati vanno in altri paesi alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e di vita. Non mancano, poi, i riferimenti ad alcune “luci” che comunque emergono dal mondo del lavoro, che è necessario valorizzare ed estendere per alleviare e risolvere le criticità.
Viene anche evidenziato il ruolo attivo e propositivo della Chiesa, “non solo assicurando vicinanza e conforto” ai lavoratori delle molte situazioni di crisi industriale, ma contribuendo a creare “un’alleanza sociale per la speranza che sia inclusiva e non ideologica” (Spes non confundit, 9). Ne sono state concreta testimonianza le piazze delle “buone pratiche” e gli approfondimenti tematici partiti dalla Settimana Sociale di Trieste.
Esempi di questa alleanza sociale, e del valore della stessa, sono stati dimostrati nel nostro territorio dalle manifestazioni a difesa delle crisi industriali di Wartsila, Flex, Tirso e U-Blox: crisi che hanno messo in discussione migliaia di posti di lavoro e la cui mancata soluzione avrebbe rappresentato un colpo letale all’economia locale. La compattezza di lavoratori, rappresentanze sindacali e degli imprenditori, istituzioni e forze politiche hanno consentito di partecipare ai tavoli di discussione con fermezza e credibilità: una delle situazioni ha trovato una via di soluzione, per altre è concreta la fiducia di sbocco positivo, va alimentata la speranza che sia trovata soluzione anche per lo stabilimento ex Flex. In questi casi, la Diocesi di Trieste, attraverso il Vescovo Enrico e la Commissione Diocesana per i Problemi Sociali ed il Lavoro, non ha mancato di testimoniare concretamente supporto e presenza.
Il Messaggio conclude richiamando tutti gli attori, sociali economici e politici, alle proprie responsabilità, poiché “la «mano invisibile» del mercato non è sufficiente a risolvere i gravi problemi oggi sul tappeto”, ma è l’azione umana (la “mano visibile”) che deve contribuire a creare una “società equa e solidale e continuare a seminare speranza”.
Commissione Diocesana
Problemi Sociali e Lavoro
Messaggio dei Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana per la Festa dei Lavoratori