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CULTURA

Cappella Madre della Riconciliazione - Presentazione

 
 

Con l’apertura al culto della cappella di via Cavana si è ritenuto opportuno preparare un sussidio con lo scopo di fornire al fedele o al semplice visitatore una guida per facilitare la comprensione di un luogo che si propone di essere uno spazio spirituale dove la città di Trieste può coltivare la memoria del tempo della seconda guerra mondiale con l’imperversare disumano della violenza distruttiva di stampo nazista e comunista, ma anche e soprattutto un luogo per coltivare la memoria di eventi che, contemporanei a quel tragico inferno, hanno visto all’opera l’azione pacificatrice e salutare della Madonna.
Nella cappella trova, infatti, collocazione l’immagine della Madonna Addolorata di fronte alla quale il Vescovo Santin pregò il 30 aprile del 1945 quando sembrava che il destino di Trieste fosse ormai segnato dalla prospettiva di una devastante distruzione. La Città si salvò e il merito va ora assegnato alla Madonna la cui immagine, dopo tanti anni di conservazione privata nel palazzo vescovile, può ora essere oggetto della devota e pubblica venerazione da parte della Città e dei triestini.
La cappella è arricchita con un ciclo pittorico dell’artista russo Oleg Supereco.
Nato a Mosca nel 1974, frequentò il Liceo Artistico di quella città e successivamente l’Accademia di Belle Arti diretta dal maestro Ilja Glazunov, il cui insegnamento risultò fondamentale per la sua formazione artistica. Nel 1999 si laureò a pieni voti e, nello stesso anno, grazie ad una borsa di studio, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove conseguì la laurea in pittura. Da allora, ha esposto le proprie opere in numerose mostre collettive e personali in Russia, tra Mosca e San Pietroburgo, e in Italia, tra Venezia, Roma e Catania. Il suo nome è soprattutto legato all’imponente ciclo di affreschi della Cattedrale di Noto, recuperata dopo un terremoto.
Nella cappella di via Cavana, il ciclo di tele del Maestro Supereco è tenuto insieme dalla prospettiva cristiana della riconciliazione: in una Città che ha vissuto distruttive contrapposizioni e laceranti divisioni, con la sua opera artistica che ripercorre i tratti salienti della vicenda di Cristo e della Chiesa nascente, il pittore offre la salutare prospettiva della riconciliazione. In una Città che si porta ancora dentro un pesante carico di dolore, i dipinti del Maestro Supereco sono un messaggio consolante di amore e di pace.
Tutto nella cappella porta a respirare l’aria buona della pace che idealmente purifica quella insana che la nostra Città fu costretta a respirare durante la seconda guerra mondiale: i monumenti nazionali della Risiera di San Sabba e della Foiba di Basovizza sono lì a ricordarcelo. Nello stesso tempo, tutto nella cappella è lì a indicare un orizzonte che va oltre, in modo che il passato non continui a pesare sul presente e sul futuro della Città, chiamata invece, a tutti i livelli, ad una convinta prassi di riconciliazione in grado di aprire una feconda e lungimirante stagione di amicizia civile. La cappella di via Cavana è un invito rivolto a Trieste a essere, con l’aiuto di Dio e la buona volontà dei suoi uomini e donne, la Città della Riconciliazione! Il recupero e il restauro della cappella hanno visto il fattivo impegno di molti operatori che voglio qui ringraziare: la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia; lo Studio di Architettura Meli; la Ditta Rosso costruzioni per la ristrutturazione; la Ditta Perissinotto Giansilvio per i lavori di falegnameria; la Ditta Pilosio per gli arredi; la Elettrica Friulana e Govoni per gli impianti elettrici e tecnologici; la Rimaco per l’ascensore; il Progetto Arte Poli per le vetrate; la Zanin organi per l’organo.
Un grazie speciale va a quanti, consapevoli del valore del recupero della cappella, hanno generosamente offerto il loro contributo: la Giunta del Sindaco Roberto Dipiazza che, con delibera approvata dal Consiglio comunale di Trieste, ha donato la pala dietro all’altare in cui è incastonato il quadro della Madonna di Mons. Santin; Mons. Renato Volante che ha donato l’organo in ricordo di sua mamma Emilia; le società Ocean e Tripmare che hanno donato i due tondi dell’annunciazione in memoria del capitano Luigi Cattaruzza e della moglie Annamaria.
La cappella, memoriale vivo e fecondo di pace e riconciliazione, è anche il frutto del loro impegno e della loro generosità.
Ora, rinnovata e restaurata, è pronta, non solo per essere visitata, ma più propriamente per essere abitata come la propria casa. La presente guida ha proprio questo scopo: accompagnare la nostra anima negli aggrovigliati labirinti della storia – in questo caso quella di Trieste – per aiutarci a discernere il bene e il male, il grano e la zizzania, le cose belle e quelle sporche che tutto sfigurano, ma soprattutto per aiutarci a capire e a capirci e, soprattutto, a custodire e coltivare, con magnanimità e lungimiranza, il presente e il futuro delle giovani generazioni, le quali non possono essere private del sogno di poter vivere in un mondo riconciliato e in pace.

✠ Giampaolo Crepaldi

19 marzo 2021, san Giuseppe, 20° anniversario ordinazione episcopale.