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2 agosto: Perdon d’Assisi

 
 

Perdon d’Assisi
San Francesco e la civiltà del perdono


Chiesa di sant'Apollinare, Montuzza, 2 agosto 2022



Il contesto storico
Nella chiesa francescana di Sant’Apollinare, officiata dai frati di Montuzza, anche quest’anno si celebra la ricorrenza del Perdono d’Assisi. La festa è legata alla visita che il Poverello di Assisi ebbe durante la preghiera, in una notte del 1216, nella chiesetta della Porziuncola. Gli apparvero il Cristo e la Madonna che gli fecero l’inusuale richiesta di cosa desiderasse come segno di benevolenza dal Cielo; Francesco chiese la remissione completa di ogni colpa per tutti coloro che si fossero confessati e avessero visitato quella chiesa. L’indulgenza plenaria, ottenuta da papa Onorio III e fissata per il 2 agosto, si estese nei secoli a tutte le chiese. Da ormai una quarantina d’anni, nella chiesa di Montuzza, si celebra con particolare cura.

L’attualità della riconciliazione
Offrire la possibilità di riconciliarsi nel sacramento con Dio è e rimane una delle esperienze più forti e delle esigenze più profonde dei credenti. Tutti gli uomini, anche di religioni diverse, sentono il bisogno di riconciliazione. Vi sono, tuttavia, delle ombre e delle difficoltà nell’interpretazione e nella concezione del raggiungimento di tali aspirazioni insite nel cuore umano, pure all’interno della Chiesa cristiana.
Alcune di esse riguardano la stessa interpretazione corretta da dare all’indulgenza, altre riguardano le forme che dovrebbe assumere, altre ancora il criterio di valutazione su ciò di cui ci si deve pentire e quindi su ciò che la coscienza cristiana deve verificare ed esaminare (forse andrebbero ripensate e riformulate le gerarchie delle colpe davanti a Dio).
Oggi, però, è in evidente crisi la concezione e la prassi orizzontale del perdono, quella che riguarda gli uomini offesi tra di loro.
Il perdono, infatti, non è un qualcosa che interessa solamente il rapporto verticale Dio e uomo, bensì coinvolge anche quello tra uomo e uomo. Il comando biblico di Amare Dio e amare il prossimo va letto e vissuto assieme: non si può dire di amare Dio e non amare il prossimo, il quale invece diventa propriamente luogo dove Dio si fa incontrare e che assume perciò il volto di Dio; come pure la richiesta di perdono nel Padre Nostro: rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, è una richiesta rivolta a Dio Padre affinché ci venga donato il perdono nella misura in cui anche noi sappiamo perdonare e riconciliarci con i fratelli.

La lezione di Francesco
A Francesco d’Assisi stavano a cuore i rapporti vissuti dagli uomini nella società, tanto che più di una volta intervenne in prima persona a far cessare, in nome di Dio, liti, conflitti e guerre che mietevano vittime nelle città del suo tempo (FF 1114). Era inconcepibile per lui e assolutamente non evangelico, nello stesso tempo, dirsi cristiani e belligerare gli uni contro gli altri. Divenne lui stesso, in una società medievale turbolenta e in armi, portatore del saluto bene augurante di Pace; si rivolgeva a chicchessia con il pace e bene, intervenendo appunto di persona per riportare l’armonia necessaria per la buona convivenza sociale. La società d’allora mostra molte similitudini con il mondo di oggi, sul quale soffiano venti di guerra e si cercano affannosamente spiragli di pace. L’azione di Francesco, quindi, parla pure a noi cristiani del terzo millennio e la sua diventa una lezione importante per la Chiesa di oggi. Ci si trova di fronte a un mondo capace delle più antiche barbarie – proprie di ogni guerra – e a una Chiesa che per sua missione propone una civiltà del perdono mediante una soluzione dialogata e pacifica. La chiave di volta di ogni possibile e autentica soluzione umana è la capacità dell’uomo di riferirsi a Dio, di confrontarsi veramente con Lui e di cogliere la Sua azione amorevole e misericordiosa verso ciascun uomo e il creato. Forte è il richiamo al perdono, che Francesco lancia attraverso i secoli con il suo insegnamento: un perdono, necessario per ristabilire la pace e bisognoso della misericordia per superare le ingiustizie e le colpe vicendevoli.

La celebrazione della festa
A tal proposito è stato pensato, quest’anno, un momento di riflessione su Francesco d’Assisi e il suo ardire evangelico, ardire che poteva farlo sembrare un pazzo agli occhi dei suoi contemporanei, ma che promanava genuino amore per il Signore e diffondeva autentico profumo evangelico. La riflessione francescana proposta da fr. Prospero Rivi, studioso appassionato di francescanesimo, precederà la celebrazione eucaristica delle ore 18.30 di martedì 2 agosto; al termine della quale ci sarà la benedizione con la reliquia ex corpore di san Leopoldo Mandić, straordinario ministro della misericordia di Dio e di recente proclamato patrono degli ammalati di tumore. Durante la vigilia e la festa del Perdon d’Assisi ci sarà spazio per le confessioni individuali. Infine si ricordano le altre condizioni da ottemperare per godere dell’indulgenza plenaria: la comunione eucaristica; la recita del Credo, con la quale si professa la propria identità cristiana; poi quella del Padre Nostro, con cui si afferma la propria dignità battesimale di figli di Dio, e quella di una preghiera secondo le intenzioni del Papa, che può essere una Ave Maria o un Gloria o un Pater, in segno d’appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice. Il Signore sia, come sempre, prodigo nel distribuire in quest’annuale ricorrenza gioia e grazia.
fra Giovannino Piccolotto