parallax background

Un tesoro sconosciuto in un Palazzo da scoprire

 
Palazzo della Presidenza Regione Autonoma FVG Piazza dell’Unità d’Italia 1, Trieste
Fino al 9 gennaio, il Palazzo della Regione in Piazza Unità a Trieste accoglie la Madonna con Bambino di Cima da Conegliano, opera abitualmente conservata nel Museo Civico di Gemona del Friuli ed eccezionalmente esposta nel capoluogo nell’ambito dell’iniziativa culturale “Un tesoro sconosciuto in un palazzo da scoprire”.
“Un capolavoro affascinante che suona come un biasimo alla malvagità e all’odio contro i quali si oppone la bellezza di questo dipinto” ha detto l’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli, inaugurando l’esposizione assieme ai promotori dell’iniziativa: l’Ente regionale per il patrimonio culturale (Erpac), la Soprintendenza Fvg, le Fondazioni Cassa di Risparmio di Udine, Trieste e Gorizia, oltre al Fai Fvg e il Comune di Gemona del Friuli.
“L’evento, già diventato una tradizione del Natale triestino e di tutto il Friuli Venezia Giulia” ha detto Gibelli “ha il pregio di valorizzare opere e tesori custoditi in molte località della regione e restituirle alla fruizione e alla conoscenza di un pubblico più ampio”.

 

Madonna con Bambino

Cima da Conegliano, XV secolo

Tempera su tavola, cm 89 x 68,8
L’opera giunse a Gemona intorno al 1496 – 1498 probabilmente attraverso i frati minori osservanti che presero possesso della chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie e dell’annesso convento. Dalle cronache del tempo si apprende che i lavori di costruzione del monastero delle Grazie iniziarono nel 1490 e furono ultimati nel 1497; la chiesa fu consacrata nel 1498 (BALDISSERA 1889, p.9) e padre Lorenzo da Camposampiero ( de Campo Sancti Petri) fu il primo guardiano del convento (GIULIANI 1942, p.22). Anche se non è stato rinvenuto alcun documento in proposito, è verosimile che la Madonna con Bambino sia stata commissionata dagli osservanti che si rivolsero direttamente a un artista al di fuori dell’ambito locale: Cima da Conegliano in quegli anni già noto a Venezia tra gli esponenti delle botteghe più famose della città lagunare.
Considerata d’alta qualità delle parti originali, Coletti (1959, p.73) e Humfrey ( 1983, p. 147) ritengono la tavola il prototipo di una serie di opere di Cima che ripropongono lo stesso tema iconografico in cui il bambino seduto in grembo tende la mano per accarezzare la guancia della madre. La Madonna Morelli di Giovanni Bellini (Bergamo, Accademia Carrara) costituisce sicuramente un antecedente di riferimento ma il pittore non rinuncia a introdurre delle varianti.
Adotta infatti la tipologia della Madonna a mezza figura, di ascendenza antonellesca e al posto del drappo liscio, in posizione centrale dietro a Maria, sceglie una tenda che cade morbidamente.
La severità delle Madonne belliniane viene meno e trova momenti di dolce umanità nella rappresentazione di un contatto più naturale tra madre e figlio: nella tavola di Gemona il bimbo nudo, seduto sulle ginocchia, avvicina la mano sinistra al volto materno contornato dal velo bianco. Il manto blu con risvolti rosa-lilla scende dal capo con sovrapposizione di pieghe sul davanti e avvolge la figura femminile vestita di rosso. Lo sfondo lascia intravedere sulla sinistra ondulazioni montuose e collinari, una cinta muraria e un corso d’acqua.
Scopri di più sul sito del museo di Gemona.

 

Orari

Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso gratuito