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Muggia | Memoria della consacrazione del Duomo

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


MEMORIA DELLA CONSACRAZIONE DEL DUOMO


✠ Giampaolo Crepaldi


Muggia, 29 dicembre 2021



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      È con profonda riconoscenza al Signore che facciamo memoria della consacrazione del vostro Duomo, avvenuta il 29 dicembre 1263 per opera del Vescovo di Trieste Arlongo dei Visgoni. Quel giorno, questo spazio fu dedicato a Dio, che – ce lo ricorda il mistero del Natale – si è rivelato e donato a noi in Cristo per essere definitivamente l’Emanuele, il Dio con noi. Ci ammonisce San Paolo: “Ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1Cor 3,10-11): in Lui abbiamo la Parola e la Presenza di Dio; da Lui la Chiesa riceve la propria vita, la propria dottrina e la propria missione; Lui è la pietra che sostiene il peso del mondo; Lui è la roccia sulla quale si fonda la nostra fede. Sostenuti da questa fede, siamo chiamati a mostrare al mondo il volto di Dio, che è amore ed è l’unico che può rispondere all’anelito di pienezza dell’uomo. Questa è la missione che ci attende: annunciare e mostrare a tutti che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di costrizione, di concordia e non di discordia, di amore e non di odio.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, in questa solenne e gioiosa circostanza ricordiamo anche quanti – sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, fedeli laici – in questi secoli sono convenuti nel Duomo per incontrare Dio: nell’Eucaristia celebrata, nella sua Parola proclamata, nel suo perdono, nella volontà di santificare la vita con i sacramenti del Battesimo, della Cresima, del Matrimonio, dell'Unzione degli infermi, nella preghiera intima e personale. Così fu e così dovrà continuare ad essere questo Duomo: lo spazio per far crescere la fede, alimentare la speranza, rafforzare la carità di noi cristiani. Dalla comunione nello Spirito Santo, significata dall’insieme delle pietre unite di questa chiesa, deve crescere la costruzione fatta di pietre vive, cioè di cristiani credenti in Cristo Gesù; e dalla grazia che qui viene donata a tutti i credenti, deve continuare a svilupparsi un popolo pronto a proclamare le opere meravigliose di Dio con una vita santa e capace di portare fuori dal tempio le realtà, grandi e belle, che ha incontrato qui dentro.

3.         Carissimi fratelli e sorelle, in questa fausta occasione ho la grazia di presiedere il rito del conferimento del ministero di lettore a Fabio Giuntini che è in cammino verso il diaconato permanente. Carissimo Fabio, il breve rito che tra poco celebreremo impegnerà tutta la tua vita a fare tesoro di queste tre preziose indicazioni: ascoltare la Parola, mettere in pratica la Parola, costruire sulla roccia della Parola per restaurare in Cristo la qualità evangelica dell'esistenza. Come sai questo Duomo è dedicato ai santi Giovanni e Paolo, fratelli di sangue e martiri. Loro vissero fino al dono della vita le esigenze della fedeltà alla Parola. Invitati a sacrificare agli idoli, risposero: “Siamo disposti a morire, ma noi adoriamo l’unico vero Dio, Creatore del cielo e della terra… Noi non abbiamo altro Dio che Gesù Cristo”. Questa loro mirabile testimonianza sia di esempio e stimolo anche per te. Affidiamo i voti di questa giornata alla Vergine Maria, così ben rappresentata nel rosone della facciata del Duomo: è Lei il modello della creatura che è divenuta tempio santo e immacolato di Dio.