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Venerdì santo | Via Crucis

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


VIA CRUCIS


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 15 aprile 2022



1.      Signore crocifisso, l’apostolo Giovanni, a conclusione del racconto della tua passione, scrisse: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. Questa sera anche noi accogliamo questo invito a volgere lo sguardo verso di Te in croce: lì continui a offrire la misura sconfinata del tuo amore per noi e per tutta l’umanità. Lo testimoniò san Paolo – tuo persecutore prima, divenuto poi tuo apostolo – quando, nella Lettera ai Galati, scrisse: “Sono stato crocifisso con Cristo; non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). Una volta affermasti che non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici: così hai fatto quando hai steso, Tu Signore della gloria, le braccia sulla croce; quando hai accettato, Tu santo, l’umiliazione riservata ai peccatori; quando sei morto, Tu innocente, sul patibolo dei colpevoli.

2.         Signore Crocifisso, nella sua Lettera ai Filippesi, san Paolo ti descrive così: … pur essendo di natura divina, non hai considerato un tesoro geloso la tua uguaglianza con Dio, ma hai spogliato te stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini. Apparso in forma umana, hai umiliato te stesso, facendoti obbediente fino alla morte e alla morte di croce (cf. Fil 2,5). Fino a questo punto sei giunto, fedele alla promessa che un giorno facesti ai tuoi discepoli e alle folle: “Quando sarò innalzato da terra, io attirerò tutti a me” (Gv 12,32). E hai iniziato subito: pur in agonia, hai detto al malcapitato ladrone messo a fianco della tua croce: “Oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43). Davvero la tua croce è la sorgente rigenerante della nostra salvezza, che ci tira fuori dalle tenebre del peccato e della malvagità.

3.         Signore Crocifisso, nella tua croce il cielo e la terra si sono riconciliati. Il suo braccio verticale ci riconcilia al Padre tuo e nostro e quello orizzontale ci riconcilia ai fratelli e alle sorelle in umanità. Tu, innalzato tra cielo e terra, muori con le braccia aperte, stringendoci in un abbraccio universale e affidandoci la vocazione di essere figli e figlie del Padre celeste e fratelli e sorelle tra noi. La tua croce, piantata al centro della terra e nel cuore della storia, ci esorta a fare nostro il programma di vita che fu di san Francesco d’Assisi e che ci è stato recentemente riproposto da Papa Francesco: Fratelli tutti… Lì, in questa salutare e illuminante esortazione, ci viene offerta la bussola per non sbagliare il cammino da fare nella storia tormentata degli uomini.

4.         Signore Crocifisso, nella tua croce, segno del tuo amore senza limiti, sta la sorgente della pace. Appena risorto, quando sei apparso ai tuoi discepoli, la prima cosa che hai detto loro è stata: Pace a voi. Signore Crocifisso, ripetilo di nuovo e con forza anche a noi che assistiamo sgomenti e impotenti alla guerra in Ucraina, mentre facciamo nostro l’appello del tuo Vicario in terra, Papa Francesco: “Siamo nei giorni che precedono la Pasqua. Ci stiamo preparando a celebrare la vittoria del Signore Gesù Cristo sul peccato e sulla morte. Sul peccato e sulla morte, non su qualcuno e contro qualcun altro. Ma oggi c’è la guerra. Perché si vuole vincere così, alla maniera del mondo? Così si perde soltanto. Perché non lasciare che vinca Lui? Cristo ha portato la croce per liberarci dal dominio del male. È morto perché regnino la vita, l’amore, la pace. Si depongano le armi! Si inizi una tregua pasquale; ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no!, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie? Nulla è impossibile a Dio. A Lui ci affidiamo, per intercessione della Vergine Maria”.

5.         Signore Crocifisso, tutto trae luce e senso dalla tua croce che ricorda il tuo amore sacrificale di Figlio del Dio vivente. Aiutaci ad immergerci in questo insondabile mistero di grazia e di pietà, che ci dona la forza per andare avanti con speranza. Aiutaci a fare nostri i desideri che san Paolo esprimeva per i suoi amati fratelli e sorelle della comunità cristiana di Efeso: “Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio” (Ef 3,14-19). Noi ti adoriamo, Signore Crocifisso, e ti benediciamo, perché nella tua santa croce veramente “tutto è compiuto”. Così sia per noi, per la nostra Chiesa diocesana, per la nostra Trieste, per la pace in Ucraina e nel mondo intero!


Intervento al termine della Via Crucis


del Presidente diocesano di AC, Arturo Pucillo


“Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego”. Così il Papa ci aiuta, ogni giorno, a collocare nella prospettiva della verità ciò che sta accadendo poco al di là del nostro orizzonte visibile. Queste stesse parole avrebbero potuto risuonare in chi, sgomento, osservava 2000 anni fa il cammino doloroso, umiliante, disperante a cui il Signore era chiamato, e che noi stasera abbiamo ricordato.
Il dolore per l’ingiustizia sacrilega ci lacera il petto, ieri per il Figlio di Dio mandato a morire, oggi per l’innocenza violata nei modi più brutali.
Eppure, come l’infinita bontà di Dio ha trasformato la crocifissione e la morte del suo Figlio nella salvezza della storia, così noi, oggi, riceviamo come eredità di figli e fratelli un Padre che ascolta, legge nei cuori e accoglie i frutti che ivi nascono.
La nostra incessante preghiera salga fin sulla Croce, e da lì nel cuore di Dio, per intercessione della Beata Vergine, affinché il desiderio ardente della pace radicata nell’amore passi di cuore in cuore, fino a culminare nella conversione per Grazia di Dio di quelli oggi più nascosti nelle tenebre.
Ci rallegra l’aver potuto finalmente partecipare alla Via Crucis itinerante, vedendoci e sentendoci fianco a fianco. Anche da occasioni come questa nasca il frutto della pace alla cui maturazione siamo chiamati giorno dopo giorno, oggi con maggiore intensità.
Al termine della celebrazione, come di consueto sarà possibile lasciare un’offerta in denaro per le iniziative di carità, rivolte in particolare alla crisi in Ucraina, coordinate dalla nostra Caritas Diocesana e dall’associazione Siamo Mission, referente in Moldova. Oltre alla urne che troverete all’uscita, è possibile donare tramite bonifico bancario alle coordinate che trovate nell’ultima pagina del sito web o del libretto.
A nome dell’Azione Cattolica di Trieste, in particolare del Settore Giovani che ringrazio per l’impegno nell’organizzare questa Via Crucis, auguro a tutti che presto il seme della pace, il perdono, diventi il frutto dell’amore, la gioia. Buona Pasqua!