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La solennità dell’Assunzione di Maria in cielo e il valore inestimabile della vita

 
 

Diocesi di Trieste


Solennità di Maria Assunta in cielo


✠ Giampaolo Crepaldi


Repentabor-Monrupino / Muggia Vecchia, 15 agosto 2020



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo!
1. La Chiesa, con gioiosa e convinta partecipazione, celebra oggi la festa l’Assunzione di Maria in cielo. Ella, infatti, al termine della sua vita terrena, non conobbe la corruzione del sepolcro come avviene per ciascuno di noi, ma entrò subito, con tutta la sua persona, corpo e anima, nel possesso della gloria eterna. Si trattò di un fatto unico e straordinario, dovuto al singolare rapporto di Maria col Signore Gesù. Il suo corpo, il quale era stato per nove mesi la dimora del Verbo fattosi carne, non poteva finire nel degrado della corruzione, perché aveva concepito nella nostra natura umana l’Autore della Vita. Inoltre, l’evento, che stiamo celebriamo e per il quale stiamo glorificando il Signore, getta un potente fascio di luce che ci consente di capire il senso del nostro pellegrinaggio terreno, ben descritto nella seconda lettura: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”. Che cosa significano queste parole di san Paolo? Il senso è questo: la potenza della vita divina che ha investito il corpo esamine di Gesù facendolo passare dalla condizione di corruttibilità all’incorruttibilità, investirà anche ciascuno di noi alla fine dei tempi, così come ha già investito il corpo di Maria. Celebrando dunque l’Assunzione al cielo di Maria, noi siamo illuminati circa il nostro destino eterno. In forza della risurrezione di Gesù, siamo destinati non al nulla, ma a partecipare alla stessa vita eterna di Dio: ad essere sempre con Cristo.

2. Carissimi fratelli e sorelle, il potente fascio di luce che tiene insieme la resurrezione del Signore Gesù, l’assunzione in cielo di Maria sua Madre e il nostro destino eterno, non ci deve abbagliare al punto da oscurare la consapevolezza che, finché siamo in questa valle di lacrime come diciamo nella Salve Regina, in noi e nel mondo continua l’opera distruttiva e malefica del dragone richiamato nella prima lettura presa dal libro dell’Apocalisse. In questa bestiaccia e nella sua opera demoniaca possiamo intravedere sia il potere anticristiano dei persecutori della Chiesa sia quello delle dittature materialistiche di tutti i tempi. Il Papa emerito Benedetto XVI scrisse: “Anche oggi esiste il dragone in modi nuovi, diversi. Esiste nella forma delle ideologie materialiste che ci dicono: è assurdo pensare a Dio; è assurdo osservare i comandamenti di Dio; è cosa di un tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé… Anche adesso questo dragone appare invincibile, ma anche adesso resta vero che Dio è più forte del dragone”. È questa fede nella forza di Dio che la Chiesa è chiamata a testimoniare. In tutti i tempi essa, nutrita con la Parola di Dio e con il pane dell’Eucaristia, porta avanti il compito di partorire Cristo e di donarlo agli uomini e alle donne per renderli figli di Dio, anche se continua ad essere perseguitata dal dragone. Guardiamo a Maria e lasciamoci incoraggiare da questo potente richiamo di fede che giunge dalla sua Assunzione in cielo: Dio vince.


Nota post missam

✠ Giampaolo Crepaldi


Noi cristiani, celebrando con una liturgia solenne l’Assunzione di Maria in cielo, affermiamo la vittoria della vita sulla morte e il valore inestimabile della vita stessa. Purtroppo dobbiamo constatare, con sconcerto, che chi ci governa va in direzione opposta. Infatti, con un atto amministrativo a cura della Direzione generale intitolato Linee di indirizzo sulla interruzione volontaria di gravidanza con mifepristone e prostaglandine, conosciuta come pillola RU 486, il Ministro della Salute ha allargato le maglie dell’interruzione volontaria della gravidanza, cioè dell’aborto, consentendola con metodo farmacologico in day hospital e fino alla nona settimana di gravidanza. Il tutto presentato come una conquista di civiltà. Su questo punto è bene essere chiari.
Non c’è nessun progresso umano e civile quando con l’aborto si favorisce l’uccisione di un individuo della specie umana nel grembo che lo accoglie, invece di prodigarsi per la difesa dell’essere più indifeso che ci sia.
Non c’è nessun progresso umano e civile quando l’interruzione della gravidanza è talmente banalizzata da essere equiparata a un semplice intervento farmacologico.
Non c’è nessun progresso umano e civile quando, soprattutto con le nuove disposizioni, la donna viene abbandonata a se stessa in una solitudine sanitaria, psicologica e morale di fronte alla scelta esistenziale, tragica e pericolosa, dell’interruzione della gravidanza.
Non c’è nessun progresso umano e civile quando si percorre la strada dell’aborto al posto di quella dell’aiuto alla maternità, in una situazione di preoccupante contrazione demografica che rende incerto il futuro del nostro Paese.
Sostenuti dalla grazia di contemplare l’Assunzione di Maria al cielo, a questa cultura mortifera e decadente, vogliamo rispondere con l’annuncio liberante del Vangelo della vita, promovendo sempre e ovunque l’amore e il rispetto della vita, di tutta la vita e della vita di tutti.

Trieste, 15 agosto 2020