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Mi sono donato tutto | Mons. Lorenzo Bellomi

... MI SONO DONATO TUTTO ...

Mons. Lorenzo Bellomi nel XXV della sua morte

Copertina-Bellomi
Presentazione
Sono onorato di presentare questo agile volume che raccoglie alcuni scritti di S.E. Mons. Lorenzo Bellomi, mio venerato predecessore, resi ora pubblici in occasione del 25° anniversario della sua morte. La raccolta – predisposta con pronta e affettuosa disponibilità da Mons. Pier Emilio Salvadè, che di Mons. Bellomi fu segretario per un lungo periodo di tempo – ci offre la possibilità di conoscere sia l’anima del Vescovo Lorenzo con la visitazione del luogo più intimo dove, con una dedizione esemplare e quotidiana, coltivava il suo fecondo legame di fede e di amore con Cristo, sia l’intelligenza del pastore di una Chiesa ancora afflitta dalle conseguenze delle tragedie patite nella seconda guerra mondiale, ma volonterosa di continuare un cammino di rinascita – già tracciato dal grande vescovo mons. Antonio Santin –, rilanciandolo secondo i dettami e lo spirito indicati dal Concilio Vaticano II. Testimonianza di tutto questo resta un passaggio luminoso del suo testamento che è riportato per intero all’interno del volume: “Alla Santa Chiesa Tergestina mi sono donato tutto, anche se cosciente della mia povertà. Non la dimenticherò. Continuerò a portarla in cuore e nella preghiera, perché cresca ogni giorno nella carità, dia vivente testimonianza di unità, splenda nel servizio al Vangelo e ai poveri. Ed abbia tanti sacerdoti e diaconi, religiose e religiosi; e famiglie cristiane”.
Questo testamento, scritto dal Vescovo Lorenzo con il linguaggio dell’amore, resta come un richiamo attualissimo che invita la Chiesa di Trieste ad essere in Cristo e per Cristo, una feconda e luminosa testimone di fede, di speranza e di carità.

✠ Giampaolo Crepaldi



Ricordo del Vescovo Mons. Lorenzo Bellomi

Di mons. Lorenzo Bellomi rimangono chiari e indelebili i tratti più importanti del suo servizio pastorale fatto alla Chiesa di Trieste: la sua grande fede in Dio e nell’uomo; il suo amore per la vita e per la giustizia; la povertà vissuta come stile di vita personale; l’attenzione al bene comune e alla città dell’uomo; la sua grande aspirazione all’unità, della sua Chiesa prima di tutto, pur nel rispetto delle diversità. Sono stati questi i riferimenti ai quali il Vescovo Lorenzo si è ispirato durante tutto il suo non breve servizio episcopale (1977-1996); da essi si è lasciato guidare, li ha sempre cercati con grande forza e coraggio, anche quando questi potevano sembrare faticosi o impossibili da raggiungere: per questi stessi ideali il padre Lorenzo – come amava farsi chiamare – si è speso senza alcun risparmio personale e per essi ha dato la sua stessa vita.
Non sempre compreso, talvolta ignorato o addirittura avversato, mons. Lorenzo Bellomi per molti nella Chiesa tergestina e nella stessa città di Trieste, è stato vero punto di riferimento, consapevoli di essere da Lui sempre capiti e accolti. Di ciò la partecipazione più vera è stata la partecipazione dell’intera città ai suoi funerali: una fila interminabile di persone – gente comune soprattutto – a rendergli omaggio nel Battistero di San Giovanni, sul colle di San Giusto: una testimonianza che rimane tuttora viva.
Tuttavia si è voluto riprendere in mano alcuni suoi testi per offrirli ai fedeli per un ricordo grato in questo XXV anniversario della sua scomparsa:
– l’omelia per l’ingresso nella nostra Diocesi, fatta a San Giusto l’8 dicembre 1977: Il mio nome è “benevolenza”, il cognome è “unione”;
– Lettera di indizione della sua prima visita Pastorale alla Diocesi 1.1.1981;
– l’omelia Giusto laico adulto della S. Chiesa Tergestina del 3.11.1987;
– l’omelia per la Missione al popolo del 30.11.1988;
– una riflessione su Missione per una Chiesa giovane, data a Sappada il 6-8 settembre 1990;
– l’intervista rilasciata al quotidiano locale “il Piccolo” il 10 agosto 1996;
– una preghiera manoscritta negli ultimi tempi della sua vita;
– il testamento spirituale di mons. Lorenzo Bellomi.
Completa questa pubblicazione una testimonianza di Padre Vanzan S.J. della Civiltà Cattolica del 20.1.2001, una lettera dell’Arcivescovo defunto Mons. Andrea Pangrazio di cui fu per anni collaboratore e un breve profilo biografico.
La speranza è che questo semplice strumento aiuti i fedeli della nostra Chiesa diocesana non solo a mantenere vivo il ricordo di un Pastore buono, ma anche a trarre linfa dal suo insegnamento per accrescere la propria fede nel Signore.

Mons. Pier Emilio Salvadè già Segretario del Vescovo


Testamento spirituale

Davanti alla morte penso alla vita: quella trascorsa sulla terra e quella che verrà. “Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore”: la parola di Paolo mi batte in cuore come grande certezza e suprema promessa. Tutto è dono di Dio!
A Lui devo la mia adorazione, lode, ringraziamento, sperando di poter cantare eternamente in cielo il suo infinito amore. Ho bisogno di misericordia divina. Quanta me ne ha già elargita. Prima ancora mi ha riempito di doni e di predilezioni: la fede e la vita, la mia famiglia e l’educazione cristiana, la vocazione al sacerdozio e il ministero sacro.
Ma nel momento di comparire davanti al Giudice avverto prepotente il bisogno di gridargli: “Nel tuo grande amore cancella il mio peccato”.
Esprimo una viva riconoscenza per il bene ricevuto da tantissime persone; e chiedo scusa a tutti delle mie mancanze, in particolare di quelle commesse a scapito della Chiesa. Sono vissuto e desidero morire in essa, nella sua fede e carità.
Alla Santa Chiesa Tergestina mi sono donato tutto, anche se cosciente della mia povertà. Non la dimenticherò. Continuerò a portarla in cuore e nella preghiera, perché cresca ogni giorno nella carità, dia vivente testimonianza di unità, splenda nel servizio al Vangelo e ai poveri.
Ed abbia tanti sacerdoti e diaconi, religiose e religiosi; e famiglie cristiane.
Penso con intensità a quanti sono lontani da Dio e vivono nel disordine morale; e con singolare tenerezza guardo ai sofferenti e ai poveri, ai vecchi soli, ai malati. E li affido alla cura materna di Maria Santissima.
A Lei chiedo per me e per tutti che, dopo questo esilio, ci mostri Gesù, il frutto benedetto del suo grembo; Gesù e il Padre nello Spirito Santo. Dio, nostro bene infinito, nostro amore e vita senza fine.


✠ Lorenzo Bellomi
Vescovo di Trieste

Torreglia, Villa Immacolata 11,02,1994

Il volume è disponibile presso la libreria Paoline in Corso Italia, 37