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Santa Messa per il mondo del lavoro

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


SANTA MESSA PER IL MONDO DEL LAVORO


✠ Giampaolo Crepaldi


Sant’Antonio Taumaturgo, 1 maggio 2022



Cari fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      In occasione del 1 maggio, giorno tradizionalmente dedicato al mondo del lavoro, la nostra Commissione Diocesana per i problemi sociali – che ringrazio sentitamente, anche per il sostanzioso messaggio che ha reso pubblico per questa circostanza – ha promosso questa santa Eucaristia come significativo momento di preghiera e di riflessione. A darci una mano in tutto questo sono le letture bibliche proposte, ma anche la figura di San Giuseppe che insegnò a lavorare a Gesù stesso. Infatti, gli abitanti di Nazareth, scandalizzati, dicevano di Lui: non è costui il figlio del carpentiere? E, in questo modo, affermavano una verità profonda su Cristo: Egli, fattosi uomo, ha lavorato. Nella prima lettura che è stata proclamata, tratta dal libro della Genesi, troviamo queste parole: Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza … Dio creò l’uomo a sua immagine. Queste parole costituiscono il fondamento della visione cristiana dell’uomo e della dignità propria di ogni persona, rendendola la creatura più perfetta e preziosa in tutto l’universo. Essa è l’unica creatura alla quale Dio si rivolge, assegnandole un compito: siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare… e su ogni essere vivente. Queste parole sono anche la pietra angolare della nostra civiltà, che ha posto al suo centro l’affermazione della dignità della persona. Parole che devono risuonare in modo particolare nella nostra coscienza morale, dentro ad una cultura che sta oscurando una evidenza originaria: la diversità-superiorità di ogni singola persona umana nei confronti di tutto l’universo. Sì, una sola persona umana vale più dell’universo intero!

2.         Carissimi fratelli e sorelle, le considerazioni sulla dignità della persona umana ci aiutano ad assegnare una valorizzazione profonda al lavoro umano. Facendo tesoro poi del messaggio della Commissione diocesana, dobbiamo tenere fermo questo punto: nella visione cristiana è la persona che dà dignità al lavoro, non il lavoro alla persona, poiché la persona trascende anche il suo lavoro. La prima violazione quindi della dignità del lavoro, quella che è all’origine di tutte le altre, consiste nel separarlo dalla persona, nel non vedere più nel lavoro la persona che lavora. Quando avviene questa separazione? Quando il lavoro è considerato come una merce sottoposto unicamente alle regole del mercato; quando il sistema produttivo non è progettato sulla persona umana, ma al contrario è lei ad essere progettata a misura del sistema produttivo; quando la persona che lavora è sganciata dai suoi legami famigliari e sociali; quando si induce a una improduttiva finanziarizzazione dell’economia, quella del soldo facile e subito;  quando si chiede maggiore flessibilità nel lavoro per realizzare, di fatto, maggiore precarietà; quando si invoca il genio femminile senza alcuna volontà a conciliare  lavoro e famiglia; quando si destinano risorse alla produzione di armi. La parola di Dio ci ha detto che la dignità della persona umana è nel suo essere ad immagine e somiglianza di Dio: questa visione del lavoro deve trovare un posto centrale anche nella nostra società triestina. A san Giuseppe rivolgiamo la nostra accorata invocazione affinché il lavoro sia a misura della dignità di ogni uomo e di tutto l’uomo.