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San Josemaría Escrivá de Balaguer

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


San Josemaría Escrivá de Balaguer


✠ Giampaolo Crepaldi


Sant’Antonio Taumaturgo, 25 giugno 2022



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      Oggi la Chiesa celebra la memoria del Cuore Immacolato di Maria alla quale abbiamo affiancato quella di san Josemaría Escrivá de Balaguer, ispiratore e fondatore dell’Opus Dei. Ma, questa duplice memoria ha una sua feconda e singolare correlazione. La Vergine Maria è il punto più alto ed esemplare dell’opera di Dio, e la sua santità, verginale e materna, è il modello di ogni sanità cristiana: una santità esistenziale, tutta intrisa di fede e di carità. Non fu questa anche la proposta di san Josemaría? C’è anche un altro aspetto che vale la pena di cogliere e che lega in un singolare intreccio la memoria del Cuore Immacolato di Maria e quella di San Josè: la prima fu istituita come risposta a una stagione storica drammatica; la seconda fu caratterizzata da condizioni difficili e complicate sul piano personale di san Josemaría. Per cogliere il senso della prima ascoltiamo le parole del venerabile Pio XII, pronunciate il 31 ottobre 1942, nell’atto di consacrazione del mondo al Cuore di Maria: “A Voi, al vostro Cuore Immacolato, in quest’ora tragica della storia umana, ci affidiamo e ci consacriamo, non solo in unione con la Santa Chiesa, corpo mistico del vostro Gesù, che soffre e sanguina in tante parti e in tanti modi tribola, ma anche con tutto il mondo straziato da feroci discordie, riarso in un incendio di odio, vittima della propria iniquità”

2.         Carissimi fratelli e sorelle, leggendo la biografia di san Josemaría – soprattutto le pagine riferite all’ultimo giorno del 1971 – possiamo conoscere le sue angustie, i controtempi e le personali sofferenze patite. Quale fu la reazione del nostro santo? Senza lasciarsi vincere dallo scoraggiamento, decise di rinnovare al Signore il proposito di servirlo. Disse ai suoi figli che per tutta la vita aveva ricominciato. Quel 31 dicembre trasformò il detto “anno nuovo, vita nuova” nel suo programma per il 1972: “Questo è il nostro destino sulla terra: lottare, per amore, fino all’ultimo istante”. Esortò i suoi con queste parole: “Non vergognatevi di essere soldati di Cristo, persone che devono combattere!”. “Voi, figli miei, lotterete sempre, e anch’io cercherò di farlo, fino all’ultimo istante della mia vita. Se non lottiamo, vuol dire che non stiamo andando bene. Sulla terra non possiamo mai avere la tranquillità dei poltroni”. Ecco il programma: combattere per non farsi asservire dal peccato e per ottenere la salvezza, che è conseguenza della battaglia che noi cristiani dobbiamo sostenere contro tutto ciò che non viene da Dio: la superbia, la sensualità, l’egoismo, la superficialità, la meschinità di cuore. Vi affido alla protezione di san Josemaría e a quella materna della Vergine Maria, pregandoli di sostenervi nella battaglia quotidiana per la santità.