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Agli ascoltatori di Radio Maria

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


AGLI ASCOLTATORI DI RADIO MARIA


✠ Giampaolo Crepaldi


Cappella della Madre della Riconciliazione, 25 giugno 2022



Cari fratelli e sorelle, ascoltatori di Radio Maria!

1.      Celebro questa Santa Messa nella Cappella dedicata alla Madre della Riconciliazione, dove si venera l’immagine dell’Addolorata di fronte alla quale il mio predecessore, il Vescovo Antonio Santin, pregò il 30 aprile del 1945 quando il destino di Trieste era segnato dalla prospettiva di una devastante distruzione, messa in atto dai nazisti in fuga. Dopo la preghiera, il Vescovo salì a Castello a trattare con i nazisti e la Città fu salva. Il merito di quei memorabili eventi fu della Madonna la cui immagine, dopo tanti anni di conservazione privata nel palazzo vescovile, è ora oggetto della devota e pubblica venerazione da parte della Città e dei triestini. Ci troviamo quindi in un luogo mariano che offre pace e riconciliazione. Il brano del Vangelo che è stato proclamato ci descrive l’ultimo viaggio di Gesù a Gerusalemme dove troverà la morte e ci illustra le condizioni che il Signore Gesù pone ai suoi discepoli per condividere le esigenze della sua vita e della sua missione. Prima condizione: assumere i disagi della povertà: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo” (Lc 9,58). Chi si mette alla sequela di Gesù non può aspettarsi sicurezza e vantaggi terreni. Seconda condizione: distacco radicale anche dalle persone più care: “Lascia che i morti seppelliscono i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio” (Lc 9,60). Terza condizione: essere costanti. Gesù chiede a chi si mette al suo servizio, un distacco totale, immediato e senza ripensamenti: “Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio” (Lc 9,62).

2.         Cari fratelli e sorelle, anche noi siamo destinatari del seguimi del Signore, soprattutto con una credibile testimonianza di fede, sul piano personale e nella pubblica piazza; poi con un esercizio generoso della carità verso i poveri. Il nostro discepolato deve sostanziarsi quindi di fede e di carità. È Gesù a indicarci come la fede debba essere vissuta in pienezza: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32-33). È Gesù stesso a indicarci come la carità debba essere vissuta in pienezza: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore” (Gv 15,9). E soprattutto: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). A conclusione di questa omelia, consentitemi di leggervi un testo di Papa Benedetto XVI che rispondeva a qualcuno che gli aveva chiesto: Cosa fa vivere gli uomini di oggi? Questa la risposta folgorante di Papa Ratzinger: “L’uomo vive della verità e dell’essere amato, dell’essere amato dalla Verità. Ha bisogno di Dio, del Dio che gli si avvicina e gli spiega il significato della vita, indicandogli così la via della vita. Certo, l’uomo ha bisogno di pane, ha bisogno del nutrimento del corpo, ma nel più profondo ha bisogno soprattutto della Parola, dell’Amore, di Dio”. La Vergine Maria, Madre della Riconciliazione, vegli sempre su di voi e sul vostro cammino.