parallax background

Solennità di Maria SS. Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace


DIOCESI DI TRIESTE


56a GIORNATA MONDIALE DELLA PACE


✠ Giampaolo Crepaldi


Parrocchia Sant’Antonio Taumaturgo, 1° gennaio 2023



Distinte Autorità, carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      Il primo giorno dell’anno, la Chiesa rende omaggio a Maria, Madre di Dio. Abbiamo appena ascoltato quanto scritto dall’Apostolo Paolo: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna… perché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal 4,4-5). Nato da donna: in queste semplici parole è racchiuso tutto il mistero di Maria, perché vi è compendiata tutta la sua relazione con il Verbo incarnato: il Figlio di Dio, infatti, si è inserito dentro al nostro tempo e alla nostra natura umana, mediante il corpo e la persona di Maria. Concepito da lei, Egli diventa uomo così che l’uomo riceva l’adozione a figlio di Dio. Poiché Colui che è concepito da Maria è realmente Dio incarnato, Ella deve essere venerata e riconosciuta come Madre di Dio, poiché ha veramente generato Dio stesso nella nostra natura umana. In questa singolare prospettiva, noi non dobbiamo mai stancarci di lodare Colei da cui ci è venuto il Salvatore. È attraverso di Lei che è avvenuto il dono più grande fattoci dal Padre: far diventare figlio dell’uomo il suo Figlio unigenito, affinché viceversa il figlio dell’uomo diventasse figlio di Dio.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, il primo giorno dell’anno è tradizionalmente dedicato alla riflessione sul tema della pace, iniziativa che, nella nostra Diocesi, viene promossa dall’Azione Cattolica, che ringrazio sentitamente. A impreziosire questa 56a Giornata c’è il Messaggio di papa Francesco che ha il seguente titolo: Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace. In primo luogo, il Santo Padre attira la nostra attenzione su un punto molto importante. Queste le sue parole: “Di certo, avendo toccato con mano la fragilità che contraddistingue la realtà umana e la nostra esistenza personale, possiamo dire che la più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo”. Il Papa ci invita quindi a ripensare l’esistenza nella prospettiva del noi, aperto alla fraternità universale: “Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune”.

3.         Carissimi fratelli e sorelle, nel suo Messaggio, il Santo Padre Francesco ci offre anche alcune puntuali riflessioni sull’insensata e ingiustificata guerra in Ucraina. Queste le sue parole: “Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte. Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato (cf Mc 7,17-23)”. A frate di situazioni tanto tragiche e devastanti, che fare? Il Papa ci invita a spenderci con un desiderio altruista ispirato all’amore infinito e misericordioso di Dio. È questa la condizione per costruire un mondo nuovo e contribuire a edificare il Regno di Dio, che è Regno di amore, di giustizia e di pace. Carissimi, affidiamo la causa della pace alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, implorandola di sostenere quanti operano per la sua realizzazione.


Introduzione del presidente dell'Azione Cattolica diocesana Arturo Pucillo


“Dopo tre anni, è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità” Così Papa Francesco, all’inizio del terzo capoverso del messaggio per la 56ma Giornata mondiale della Pace, ribadisce un concetto già chiarito nel titolo: nessuno può salvarsi da solo.
Giunge chiara, all’alba del nuovo anno ma ancora nel buio della notte bellica e sanitaria, la voce che ci guida verso un orizzonte più luminoso dove le fatiche, il dolore, le emergenze, il disorientamento di questi anni, mesi, giorni saranno stati opportunità di conversione, comunione e missione.
La Chiesa che è in Trieste è ancora impegnata nel cammino sinodale, che in questi prossimi mesi vedrà una nuova fase di incontro, ascolto, confronto: non è casuale cogliervi lo stesso sguardo di profetica speranza verso la Chiesa e la società del futuro, dove la solidarietà umana si lasci integrare nella ricerca del bene comune per la “guarigione della nostra società e del nostro pianeta”, con la grammatica dell’accoglienza e dell’integrazione ispirate dall’amore di Dio. Questa celebrazione vede radunati vescovo, sacerdoti, consacrati, laici, e tra di essi pubblici amministratori impegnati nel contesto socio-politico di questa Diocesi. Nella comunione sacramentale di questa sera si sintetizza lo stile verso cui Cristo ci proietta nel futuro che desideriamo: animato dal desiderio di bene, attualizzato dal sacramento dell’Eucarestia, reso possibile dalla fedeltà a questo percorso.
Chiediamo ogni grazia al Signore risorto, per diventare buoni “artigiani di pace”, per diventare autentici costruttori di giustizia, per dirci finalmente donne e uomini autenticamente innamorati del prossimo.