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Culto Ecumenico Cittadino


DIOCESI DI TRIESTE


CULTO ECUMENICO CITTADINO


✠ Giampaolo Crepaldi


Chiesa Serbo-Ortodossa, 23 gennaio 2023



Carissimi fratelli e sorelle uniti nella fede e nella carità a Cristo Signore!

1.      Questo nostro incontro, nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si svolge avendo come tema il seguente versetto del primo capitolo del Libro del profeta Isaia: Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove (Is 1,17). Qui il profeta stigmatizza l’esercizio di un culto a Dio staccato dalla vita, di un’adorazione di Dio dimentica dell’uomo e dei suoi drammi, di una coltivazione della gloria di Dio a prescindere dalla pietas verso il prossimo, soprattutto di quello in povertà e nel bisogno. A questo proposito, Pavel Evdokimov, teologo russo ortodosso laico, scriveva: “Tra la Chiesa con le volute dei suoi incensi e lo splendore dei suoi canti e la piazza con il suo brusio non ci deve essere un portale chiuso ma una soglia aperta attraverso la quale passino i venti dello spirito di Dio”. Immagine suggestiva che apre al valore sociale del culto e della preghiera, dove la fede in Dio si coniuga con l’amore per il prossimo. In questa otica salutare, il culto diventa anche una scuola dove imparare a fare il bene. Su questo punto permettetemi una citazione del Beato Giovanni Paolo I, Papa Luciani: “A fare del male si prova talvolta piacere, ma il piacere passa subito e il male resta. Fare il bene costa fatica; ma la fatica passa subito e resta il bene; e col bene restano la pace della coscienza, la soddisfazione di sentirsi bene e la fierezza della vittoria”.

2.         Carissimi fratelli e sorelle, oltre l’invito a fare il bene, il profeta Isaia ci invita a cercare la giustizia. Egli implora il popolo di Giuda a rovesciare uno status quo sociale segnato dall’ingiustizia. Questo comporta il difficile compito di affrontare coloro che infliggono il male agli altri. Ma Gesù ci assicura che difendere la giustizia di fronte all’oppressione è la strada per il Regno dei cieli: “Beati quelli che sono perseguitati perché fanno la volontà di Dio: Dio dona loro il suo regno” (Mt 5,10). Poi Isaia ci invita ad aiutare gli oppressi. Come cristiani siamo chiamati a sostenere coloro le cui voci non sono ascoltate e a smantellare le strutture che creano l’ingiustizia. Questo impegno deve estendersi oltre gli amici, la famiglia e la comunità di appartenenza, e raggiungere ogni essere umano. Poi Isaia ci chiede di proteggere gli orfani e difendere le vedove. Nella società del suo tempo, orfani vedove e stranieri erano i soggetti più vulnerabili. Questa salutare provocazione profetica deve riecheggiare anche oggi: chi sono le persone più vulnerabili nella nostra società? Quali sono le voci che non vengono ascoltate nelle nostre comunità? Mentre siamo radunati insieme in preghiera in questa Settimana per l’unità, che cosa siamo disposti a fare in favore di chi non ha voce? In questa significativa cornice che ci vede convocati dalla stessa fede in Cristo Signore e riuniti nella preghiera a Cristo Signore siamo chiamati a coltivare la vocazione cristiana dell’insieme: a fare il bene insieme; a cercare insieme la giustizia, ad aiutare insieme gli oppressi, a proteggere gli orfani e difendere le vedove insieme. In questo modo saremo fedeli al Vangelo di Gesù e daremo gloria a Dio.