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Santa Messa per la Giornata della Donna


DIOCESI DI TRIESTE


SANTA MESSA PER LA GIORNATA DELLA DONNA


✠ Giampaolo Crepaldi


Sant’Antonio Taumaturgo, 12 marzo 2023



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1. In questa terza domenica di quaresima, la Chiesa ci propone il brano evangelico che racconta l’incontro di Gesù con una donna samaritana al pozzo di Giacobbe della città di Sicar. All’inizio del suo ministero pubblico, andando dalla Giudea verso la Galilea, Gesù prese la via che, attraverso la montagna, passava per la Samaria. Gesù si fermò nei pressi di un pozzo e lì vide una donna che attingeva acqua. Assetato per il lungo cammino, il Maestro divino domandò un po’ da bere a quella donna. In cambio di quell’acqua, Gesù promise “l’acqua viva”, cioè la progressiva rivelazione della sua persona. Davanti alla samaritana c’era ora un pozzo misterioso che conteneva un’acqua che poteva saziare la sua sete profonda: la conoscenza profonda del mistero di Cristo. L’acqua viva, infatti, simboleggia la grazia che scaturisce dal cuore trafitto di Gesù. Di quest’acqua ha parlato la prima lettura. Dio disse a Mosè: “Tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà” (Es 17,6). Quella roccia simboleggiava Cristo Crocifisso, dal cui costato trafitto uscì sangue e acqua, simbolo di grazia e di salvezza. Di quest’acqua ha parlato anche la seconda lettura di oggi, quando afferma che “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5): è un’acqua di grazia e purificazione, tanto che quella samaritana si convertì al punto che corse nel villaggio per portare tutti a Gesù.

2. Carissimi fratelli e sorelle, con gioia ho accolto l’invito che mi è giunto dal Centro Italiano Femminile nella sua sezione di Trieste – che ringrazio di vero cuore – a dedicare questa Santa Messa alle donne e alla coltivazione della loro dignità in tutti gli ambiti e a tutti i livelli della vita familiare, sociale, culturale e anche ecclesiale. In questa direzione il brano del Vangelo che è stato proclamato ci offre una sostanziosa lezione. Gesù parla ad una donna. Questo stupì i suoi discepoli, perché, secondo la mentalità degli ebrei dell’epoca, la cosa era abbastanza disdicevole. Il fatto che Gesù si fermi a parlare con la samaritana al pozzo di Sicar ci insegna la pari dignità che vi è tra l’uomo e la donna. Non solo: con Cristo quella donna ritrova sé stessa e anche il senso della vita, consegnagli tutto il suo passato e le sue difficoltà. Incontrare Gesù, infatti, è iniziare una vita nuova nella libertà dello Spirito. La samaritana ci aiuta a riconoscere e accettare la sete del cuore. Riconoscerla, innanzitutto, ascoltarla e accoglierla, contro la tendenza a volerla soffocare, vincere, eliminare. In questa salutare prospettiva, la Quaresima deve essere il tempo per andare verso la fonte di acqua viva e vera: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16; 1Gv 4, 7-10).