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Venerdì Santo | Celebrazione della Passione del Signore

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Venerdì Santo


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 19 aprile 2019




Fratelli e sorelle,
1. Il Venerdì santo è il giorno del silenzio, del silenzio della Croce, del silenzio della morte. È un silenzio attonito che contempla la Croce del Signore Gesù innalzata sul Golgota. Quella Croce non è il segno della vittoria della morte, del peccato, del male ma è il segno luminoso di un amore infinito: Dio si è piegato su di noi, si è abbassato fino a giungere nell’angolo più buio della nostra vita per tenderci la mano e per tirarci a sé e per portarci fino a Lui. La Croce ci invita a rinnovare, oggi, la nostra fede nella potenza di questo amore. Nella morte in croce del Figlio di Dio, c’è il germe di una nuova speranza di vita, come il chicco che muore dentro la terra. Sant’Agostino scrisse: “Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!” (Tract. in Johan.,XII,11). Contemplando la Croce, adoriamo Gesù che è venuto a prendere su di sé il peccato del mondo e a donarci la vita eterna.
2. Fratelli e sorelle, la Croce è il distintivo che identifica noi cristiani. Sant’Andrea di Creta scrisse: “Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro! (Omelia X per l’Esaltazione della Croce: PG 97, 1020). Per questo siamo chiamati ad amare la Croce del Signore Gesù e a mostrarla, con umile e dolce fierezza, affinché il mondo capisca finalmente fin dove è arrivato il suo amore. È per la sua Croce che il mondo è salvato. Lo strumento di supplizio che oggi, Venerdì Santo, manifesta il giudizio di Dio sul mondo, è sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. Non ci resta che rivolgere il nostro sguardo verso il Crocifisso. È Lui che ci rende capaci di amare come Egli ci ama e a spenderci per realizzare un mondo riconciliato. Sulla sua Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni, le persecuzioni e il martirio che innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle sopportano anche oggi. Noi li affidiamo a Maria, Mater dolorosa, presente ai piedi della Croce del Figlio Gesù.