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Messaggio dell’Arcivescovo per la Pasqua

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Pasqua 2019


Messaggio


✠ Giampaolo Crepaldi




Carissimi fratelli e sorelle,
1. “Non abbiate paura. Voi cercate Gesù Nazareno, il crocefisso. È risorto, non è qui” (Mc 16,6). Queste parole dell’evangelista san Marco racchiudono, nel suo nucleo centrale, l’intera fede cristiana e descrivono un avvenimento storico: Gesù Nazareno crocefisso è risorto. Esse ci narrano che proprio Colui che era finito sulla croce, era morto ed era stato sepolto, è ritornato in vita. Non alla vita che viveva prima della sua morte, ma ad una vita incorruttibile ed immortale: una vita divina. Tutto questo ci riguarda direttamente. Infatti, una delle domande che più ci angustiano è proprio questa: che cosa c’è dopo la morte? La risurrezione di Gesù ci permette di rispondere che la morte non ha l’ultima parola, perché a trionfare alla fine è la vita. Gesù è risorto perché anche noi, credendo in Lui, potessimo avere la vita eterna. Quest’annuncio costituisce il cuore del messaggio evangelico. Lo dichiara con vigore san Paolo: “Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede”. E aggiunge: “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini” (1Cor 15,14.19).
2. In questa salutare e consolante prospettiva, formulo di cuore l’augurio di una santa e buona pasqua con le parole di sant’Agostino: “La risurrezione del Signore è la nostra speranza”. Dalla risurrezione di Gesù si sprigiona una primavera di speranza che investe il mondo. Tuttavia, se è vero che la morte non ha più l’ultima parola, rimangono ancora tanti segni del suo tragico potere, anche nella nostra Trieste. Che fare? La risposta a questa domanda la possiamo e dobbiamo dare noi stessi, rendendoci pronti ad aiutare Gesù risorto ad affermare la sua vittoria sulla morte: pronti a custodire e a coltivare il valore della vita minacciata dalla pratica dell’aborto; pronti a difendere la sacralità della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, combattuta al giorno d’oggi oltre ogni misura; pronti a metterci al servizio dei tanti poveri che popolano la nostra città, spesso oggetto di disprezzo ingiustificato e volgare; pronti a contrastare la violenza verso le donne, lo sfruttamento nell’ambito lavorativo e la crescente diffusione della pornografia nei mass-media; pronti a far crescere in tutti il sentimento dell’amicizia civile in una stagione sociale sempre più segnata da un egoismo distruttivo e insensato. Come san Massimiliano Kolbe in un campo di sterminio nazista; come santa Teresa di Calcutta vicina ai più poveri dei poveri; come santa Teresa del Bambin Gesù, fragile ragazza che, nella solitudine del Carmelo, prende su di sé l’immane tragedia dell’incredulità moderna, chi crede nella risurrezione di Gesù, chi è risorto con Cristo vive di una fede incrollabile: la fede nella presenza amorosa e salvatrice del Cristo che, prendendoci per mano, ci porta fuori dalle macerie e miserie mortifere dei nostri peccati e ci incammina sulle strade della vita e della speranza. Con Maria gridiamo con gioia il nostro Alleluia al Signore risorto! Con questi sentimenti di fiducia auguro a tutti una santa e buona Pasqua!