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Prima i bambini, gratuità e parità per l’infanzia

 
 
"Prima i bambini”: non è uno slogan, ma una precisa scelta di campo.
Nel corso di questa pandemia ci è parso di cogliere una sorte di “scomparsa” dei bambini per lasciar posto ai problemi, certamente reali, degli adolescenti, dei giovani e degli adulti. Ai bambini è stato riservato un angolo marginale soltanto per evidenziare i problemi della loro gestione e accudimento, in rapporto alla chiusura dei servizi educativo-scolastici e del lavoro dei genitori.
Siamo convinti che le bambine e i bambini non siano un problema, ma una risorsa e un “deposito generativo di speranza”: l’inverno demografico che caratterizza la nostra realtà nazionale e ancor di più quella del Friuli Venezia Giulia, determina un pericoloso e preoccupante “congelo di speranza” e di visione prospettica di futuro.
La Federazione Italiana delle Scuole Materne (FISM) con forza pone all’attenzione della realtà sociale, culturale e politica il tema dei bambini e dello sviluppo del loro processo educativo, con particolare riguardo al sistema 0-6 con la sua articolazione nei segmenti 0-3 dei servizi formativi e 3-6 della scuola dell’infanzia.
L’educazione per sua natura assume una precisa dimensione “politica”, pubblica, mobilitando le risorse della comunità. Secondo papa Francesco per un Patto educativo globale è indispensabile la corresponsabilità del “villaggio”, come ben sintetizzato dal famoso proverbio africano: per educare un bambino ci vuole il villaggio che può anche venir riformulato nel senso che per costruire un villaggio sono indispensabili i bambini. La responsabilità educativa non può fare a meno di essere “politica” anche perché è in gioco la formazione delle persone e dei cittadini, indipendentemente dall’ente che gestisce la scuola. Si tratta di un “bene comune” pubblico anche come investimento nell’economia relazionale e solidale del futuro.
La FISM promuove una mobilitazione educativa e sociale attuata mediante la sottoscrizione di una petizione popolare al Governo, al Parlamento e alle istituzioni perché si realizzi una effettiva parità scolastica che superi l’ingiustizia che oggi subiscono bambini, famiglie, personale e scuole.
La legge n.62/2000, più di vent’anni or sono, iscriveva nell’unico Sistema Nazionale di istruzione le scuole statali e paritarie, riconoscendo la loro “pubblicità”. Occorre finalmente passare dalle affermazioni di principio alle implicazioni anche economiche per rendere effettiva la parità, superando le differenze divenute disuguaglianze.
All’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vanno compresi interventi destinati al sistema 0-6 e al segmento specifico delle scuole dell’infanzia no profit, nella continuità educativa e didattica dei due segmenti costitutivi del sistema: 0-3 e 3-6.
Nella regione Friuli Venezia Giulia la presenza capillare delle scuole dell’infanzia paritarie nel territorio, sia nei paesi più piccoli della montagna e della pedemontana, sia nei centri più grandi, esprime fattualmente una corresponsabilità delle comunità nei confronti dei bambini, che in molte realtà data da oltre un secolo:
- 139 scuole dell’infanzia con più di 8.000 alunni;
- 40 nidi integrati con 600 bimbi;
- 45 sezioni primavera con 600 bambini,
costituiscono il “patrimonio” formativo del sistema FISM, pari al 42% del sistema regionale delle scuole dell’infanzia.
La mobilitazione vuole dare voce ai bambini e, assieme a loro, alle famiglie, ai gestori, ai docenti, a tutto il personale educativo e alla società civile, affinché le istituzioni si mettano in effettivo ascolto delle istanze traducendole in un progetto politico di riconoscimento della parità anche economica oltre che giuridica.
Prima i bambini gratuità e parità per l’infanzia: firma la petizione. Esprime la volontà di vedere riconosciuto il “peso” culturale, sociale e politico di una realtà di comunità, radicata nei contesti del territorio.

Bruno Forte
Presidente regionale FISM
Friuli Venezia Giulia