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Messaggio al mondo del lavoro per il 1° Maggio

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


Commissione diocesana Caritas in Veritate
per i Problemi Sociali e il Lavoro
la Giustizia e la Pace e la Custodia del Creato



Messaggio al mondo del lavoro per il 1° Maggio 2021




L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante” [1]: con queste parole che fotografano lo stato dell’Italia ed i sentimenti degli italiani ci avviciniamo con preoccupazione alla ricorrenza del Primo Maggio 2021, Festa del Lavoro e memoria di San Giuseppe lavoratore.
La pandemia ha fatto emergere una crisi sanitaria, economica e sociale: sanitaria perché non siamo stati capaci di difendere i più anziani ed i più fragili, economica evidenziata dai 945mila [2] posti di lavoro persi, sociale per l’accentuarsi delle disuguaglianze tra lavoratori “garantiti” e “non garantiti” e per lo tsunami relazionale vissuto dai giovani privati della scuola e delle relazioni.
Oggi possiamo intravedere un possibile ed auspicato miglioramento: sono disponibili i vaccini che consentiranno di limitare la pandemia che ha travolto tutto il mondo, e che ci permettono di guardare con più fiducia al futuro.
La pandemia ci ha sorpreso impreparati, intaccando la presunzione dell’uomo di dominare, con la sola tecnologia, la natura ed il futuro. Abbiamo dovuto accettare pesanti limitazioni alla libertà individuale per limitare i contagi e preservare le persone più fragili, alternando chiusure ed aperture delle attività commerciali e produttive.
Questa crisi ha colpito una struttura economica e sociale che non aveva ancora recuperato del tutto la crisi finanziaria del 2008, aumentando la forbice di reddito tra categorie di lavoratori, congelando solo temporaneamente la chiusura di molte aziende, evidenziando ritardi strutturali della scuola, confermando il blocco dell’ ”ascensore sociale” per le nuove generazioni, accentuando i lavori irregolari e quelli privi di tutele e succubi dello sfruttamento, creando nuove povertà. Sia la Caritas che le nostre Parrocchie toccano quotidianamente queste situazioni preoccupanti.
In questo scenario emergono i tanti medici, infermieri, addetti delle case di riposo, insegnanti, sacerdoti, addetti a servizi pubblici o di pubblica utilità che hanno operato in prima linea non facendo mancare né il supporto professionale né il conforto umano: abbiamo riscoperto in queste figure il valore della solidarietà, del bene comune, dell’impegno. Questa rete di legami di solidarietà è definita dai Vescovi italiani [3] il “vaccino sociale” che trova la radice nel Cristo Risorto. È Lui che ci dona la capacità di sperare nella vita eterna, di vincere gli egoismi e la volontà di prevaricazione, per una società nel quale l’uomo sta al centro, dove l'altro è un fratello, guardando alla vita, non solo con il metro del profitto, ma con lo stesso amore con cui siamo stati amati.
Il quadro economico locale vede l’evoluzione delle situazioni critiche già presenti un anno fa: la Sertubi ha chiuso a fine novembre; la Colombin è stata dichiarata fallita; la Principe ha cambiato proprietà e si è in attesa del nuovo piano industriale; la Flex è in regime di cassa integrazione; per 87 ex dipendenti della cartiera Burgo di Duino sono stati attivati corsi di formazione per figure lavorative necessarie in zona; la Pittway, dopo un 2020 economicamente positivo, avendo automatizzato un intero reparto ha dichiarato un esubero di 30 persone su 210 dipendenti. Si sta lavorando alla riconversione dell’ex Ferriera con la demolizione dei suoi impianti, per realizzare quelli per la laminazione a freddo, e la formazione del personale, ora in cassa integrazione, alle nuove mansioni.
Rileviamo comunque la tenuta dei traffici del Porto di Trieste, o meglio del Sistema portuale Alto Adriatico, sempre più proiettato nel futuro con lo sviluppo del trasporto su ferrovia, l’evoluzione “green” delle banchine e la digitalizzazione: tutti obiettivi in perfetta sintonia con le direttive europee e nazionali. Importante per la nostra città l’avviamento e il potenziamento della Piattaforma logistica, con una società partecipata dal Porto di Amburgo. Anche questo è un indicatore dell’importanza del Porto nell’economia cittadina e regionale e della ritrovata centralità nei traffici da e per l’Europa centrale.
È di queste settimane la notizia del progetto alle Noghere di uno stabilimento siderurgico “green”, dove sarà impegnata anche la Danieli di Buttrio, leader mondiale di questa tipologia di impianti: l’auspicio è che la giusta attenzione agli impatti ambientali dell’impianto non si trasformi nel nostro tipico “no se pol”.
Quest’anno la scelta è stata di celebrare il 1° maggio, Festa dei Lavoratori, in un contesto portuale proprio per le motivazioni dette in precedenza, e per riconoscere l’importanza dell’economia del mare per tutto il nostro Paese. Economia del mare che riguarda non solo l’attività di interscambio merci, ma anche il settore turistico-crocieristico, le costruzioni e riparazioni navali, la pesca, l’utilizzo delle alghe, eccetera.
Il mare dà ed il mare toglie: ricordiamo in questa circostanza quanti sono deceduti in mare e gli ancora troppi morti sul lavoro. È indispensabile che la ripresa economica che si sta avviando, a partire dai settori produttivi, non trascuri gli aspetti di sicurezza e salute dei lavoratori e degli ambienti di lavoro.
La pandemia ha accelerato alcuni processi evolutivi del mondo del lavoro. Innanzitutto, è aumentata la consapevolezza della necessità di uno sviluppo sostenibile, economicamente, socialmente ed ambientalmente, anche con la spinta verso diversi stili di vita. Verso tali obiettivi è anche proiettata la Settimana Sociale dei Cattolici, prevista a Taranto il 21-24 ottobre prossimi, che individua quali obiettivi lo sviluppo di una economia circolare, della digitalizzazione, di una mobilità eco sostenibile (fondamentale per le nostre imprese la velocizzazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste), degli investimenti verso le persone (formazione, supporto alla transizione lavorativa, conciliazione lavoro-famiglia …).
Questi aspetti sono ben dettagliati, e coordinati con i principi della Dottrina Sociale della Chiesa, nelle Encicliche e nei documenti redatti da Papa Francesco, Laudato si’ del 2015 e Fratelli tutti del 2020, encicliche sociali che continuano il percorso iniziato dalla Rerum Novarum fino alla Caritas in Veritate di Papa Benedetto, e che confermano la centralità della persona nella società e nel mondo del lavoro. Come ricordato nel documento dei Vescovi italiani, Papa Francesco afferma “Il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo – è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze”[4].
Proprio partendo dall’analisi delle categorie maggiormente penalizzate nei mesi scorsi, e cioè i lavoratori a bassa professionalità (e basso salario), i lavoratori autonomi o a tempo parziale e senza tutele sociali, i giovani [5], per la difficoltà di entrare nel mondo del lavoro e financo di ottenere degli stage formativi, le donne, che hanno risentito del peso familiare della didattica a distanza.
Gli scenari futuri, dello smart working, della scuola, dell’industria 4.0, dei servizi digitali, della sanità, devono tenere conto di queste esigenze, superare l’attuale fase dei “sussidi” per promuovere politiche attive del lavoro, supporto formativo per 40-50enni ed evitare il concreto rischio che la ripresa prossima sia una “jobless recovery”. Su questi aspetti saranno fondamentali le politiche governative e la collaborazione tra mondo delle imprese e organizzazioni dei lavoratori.
Infine, ricordiamo che il 1° maggio è anche dedicato alla Memoria di San Giuseppe Lavoratore, Patrono della Chiesa Universale, che papa Francesco ha voluto celebrare con un anno a lui dedicato e con la Lettera Apostolica Patris corde, in cui sollecita ad “accrescere l’amore verso questo grande Santo, per essere pronti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio”.
Poiché “tutto è connesso” [6], la Chiesa di Trieste, con la celebrazione di una S. Messa nel suo Porto, vuole esprimere vicinanza e sostegno a tutti i lavoratori, disoccupati, imprenditori, professionisti, insegnanti e studenti affinché il lavoro sia il perno per lo sviluppo ed il futuro del territorio.


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[1] Papa Francesco, Angelus, Domenica delle Palme, 28 marzo 2021

[2] ISTAT 6 aprile 2021 – variazione degli occupati, considerati anche i cassintegrati da oltre 3 mesi

[3] Conferenza Episcopale Italiana, Messaggio dei Vescovi per la Festa del 1° maggio 2021, Roma 19 marzo 2021

[4] Papa Francesco, Fratelli tutti, n. 162

[5] Nel 2020 il tasso di occupazione giovanile è sceso di 2 punti – fonte Centro Studi Confindustria

[6] Papa Francesco, Laudato si’, n. 117