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Lettera ai fratelli e alle sorelle in carcere per il Santo Natale

 
 

Lettera ai fratelli e alle sorelle in carcere
per il Santo Natale


Carissimi fratelli e sorelle detenuti, carissimi tutti che operate all’interno del carcere, anche quest’anno, a causa della pandemia da coronavirus, non mi sarà possibile venire a trovarvi il giorno di Natale per celebrare la Santa Messa. Vi raggiungo comunque con questa mia lettera per parteciparvi un augurio affettuoso che spero sia per ciascuno di voi motivo di consolazione, augurio che volentieri estendo al Direttore, al Comandante, a tutto il personale, al cappellano padre Silvio e ai volontari. Il Vangelo di Luca ci racconta che, a Natale, un Angelo, apparso ai pastori, intonò il seguente canto: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2,10-11). Quel Bambino che è nato a Betlemme è la rivelazione consolante dell’amore infinito di Dio: Egli si è fatto uomo come noi, per camminare con noi sulle strade polverose della vita e per donare alla nostra incerta e dolorosa esistenza la carezza della consolazione divina. Ci ricorda Papa Francesco: “Ecco il dono che troviamo a Natale: scopriamo con stupore che il Signore è tutta la gratuità possibile, tutta la tenerezza possibile. La sua gloria non ci abbaglia, la sua presenza non ci spaventa. Nasce povero di tutto, per conquistarci con la ricchezza del suo amore”. Di questo amore abbiamo bisogno e questo amore ci deve bastare; è questo amore che ci restituisce la dignità e la fiducia per andare avanti nella vita.
Vi accompagno con la mia preghiera affinché il Signore vi conceda la grazia di riprendere quanto prima il vostro posto nella società, nel mondo del lavoro e nelle vostre amate famiglie. Vi auguro un Natale di consolazione, vi benedico e vi affido alla materna protezione della Madonna della Salute.

✠ Giampaolo Crepaldi


Trieste, 25 dicembre 2021