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Ordinazione sacerdotale di don Marco Eugenio Brusutti

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


ORDINAZIONE PRESBITERALE DI MARCO EUGENIO BRUSUTTI


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 10 luglio 2022



Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore!

1.      La nostra Chiesa che è in Trieste, per mezzo dello Spirito Santo, riceve oggi in dono un nuovo presbitero, don Marco Eugenio Brusutti. Per questo vogliamo ringraziare il Signore che, ancora una volta, manifesta il suo amore di predilezione per la nostra Diocesi. La nostra gratitudine raggiunge i familiari del candidato, in primo luogo il papà Bruno che, dopo una sofferta e combattuta malattia, poche settimane fa è andato a ricevere l’abbraccio del Padre celeste accompagnato dall’affetto e dalla gratitudine di tutti, in special modo di quanti sono impegnati in numerose e proficue attività imprenditoriali. Al grazie per il papà associamo ora il grazie alla mamma che, con materna generosità, offre al Signore e alla Chiesa questo suo unico figlio. Un grazie va anche ai sacerdoti veneziani e triestini – in modo particolare a Mons. Roberto Rosa e a don Giorgio Petrarcheni – i quali, con intelligenza spirituale e pastorale e viva amicizia, hanno accompagnato don Marco in questi numerosi anni di preparazione al sacerdozio. Quello di don Marco è stato, infatti, un percorso lungo, spesso non facile, ma sempre vissuto nella ricerca, paziente e costante, della volontà del Signore nelle varie comunità cristiane in cui si è trovato a vivere. Ora, unito al sacerdozio del vescovo e associato al presbiterio diocesano di Trieste, don Marco verrà consacrato per la predicazione del Vangelo, per la santificazione e la guida del popolo di Dio, per la celebrazione del culto divino, specialmente della Santa Eucaristia.

2.         Caro don Marco Eugenio, abbiamo appena ascoltato la parabola del buon Samaritano, che a me sembra, per una singolare e felice coincidenza, ricca di salutari insegnamenti in questo giorno così decisivo per la tua vita. Tutto ruota attorno alla domanda che il dottore della legge pone a Gesù: Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna? Gesù non risponde direttamente, ma suscita la risposta con la domanda: Che cosa sta scritto nella legge? Il dottore risponde, mostrando qual è il cuore di tutti i comandamenti: Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso. Gesù conclude: Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai. Poi racconta la parabola. Cosa vuole comunicarti questa mirabile pagina evangelica, proprio nel giorno della tua ordinazione presbiterale? A me sembra che la risposta possa essere questa: il centro pulsante del tuo futuro ministero dovrà essere l’amore: l’amore verso Dio e verso i fratelli e le sorelle che incontrerai nel tuo cammino, un amore da vivere totalmente e da evangelizzare con infaticabile ardore apostolico. Più amerai Dio, più lo conoscerai e più lo conoscerai più lo amerai e aumenterà il desiderio di conoscerLo e di amarlo sempre di più; l’amore di Dio, poi, ti condurrà all’amore del prossimo e l’amore del prossimo all’amore di Dio, perché solo se sperimenterai la dolcezza dell’amore di Dio sarai capace di amare veramente il prossimo, e solo se amerai veramente il prossimo giungerà nel tuo cuore la dolcezza delle benedizioni divine. Il tuo futuro ministero presbiterale dovrà essere pertanto nel segno vivificante dell’amore cristiano.

3.         Caro don Marco Eugenio, come prete sarai il segno e il sacramento di Cristo stesso, il buon Samaritano che ebbe compassione di quel poveraccio che, sulla strada da Gerusalemme a Gerico, era stato aggredito da una banda di briganti e, nonostante fosse sanguinante e mezzo morto, fu ignorato dal sacerdote e dal levita. Da prete anche tu dovrai essere un buon Samaritano, che compatisce e serve. In questa impegnativa prospettiva consentimi di ripeterti alcune riflessioni che il card. Luciani svolse, tanti anni fa, in occasione di un’ordinazione presbiterale: «Spero veramente che il Signore aiuti il nuovo sacerdote e lo faccia dedito al popolo, capace di servire. Voi sentite che si dice “ministri di Dio”, ministri vuol dire “servi”, servi di Dio e servi del popolo. Un sacerdote è bravo quando è servo degli altri. Se è servo di sé stesso non è a posto. C’è stato un santo sacerdote che ha scritto: Il sacerdote deve essere pane, deve lasciarsi mangiare dalla gente, deve essere a disposizione della gente in tutti i momenti. Quindi, ripeto, il Sacerdote sia servo di tutti: è questo specialmente il suo compito, servire. E il popolo sa capire, e vede se il sacerdote è veramente un servo che si disfa per gli altri. Allora dice Abbiamo un bravo sacerdote! Allora il popolo è veramente contento. Il sacerdote, se vuol essere sacerdote, non si presenti a predicare agli altri se prima lui stesso, non ha almeno cercato, con tutti gli sforzi, di fare quello che domanda agli altri che facciano. E poi ci sono i sacramenti, la confessione, la s. Messa celebrata. E poi c’è il governo. Io dico sempre ai miei preti: Cari fratelli, la gente bisogna trattarla bene; se è vero che siamo servi bisogna trattar bene la gente. Non basta dedicarsi alla gente, ma essere soavi con la gente, anche se qualcuno, a volte, è ingrato». Così il card. Luciani, poi Papa Giovanni Paolo I, che a settembre verrà beatificato. Caro Marco, prega incessantemente la Vergine Santissima che Gesù ti ha donato come madre e come Lei dona a tutti il Signore Gesù, solo Lui e il suo Vangelo di salvezza. Tutto il resto è, e sarà, una salutare conseguenza. Conta sul vescovo, sul presbiterio tergestino, sulla comunità cristiana. Noi contiamo molto su di te.