parallax background

In memoria di Omar Monestier

 
 

DIOCESI DI TRIESTE


IN MEMORIA DI OMAR MONESTIER


✠ Giampaolo Crepaldi


Cattedrale di San Giusto, 9 settembre 2022



Cari amici

1.      Siamo riuniti attorno all’altare del Signore, raccolti nella preghiera del suffragio, per fare memoria di Omar Monestier, che una morte improvvisa e prematura ha tolto alla sua amata famiglia, ai suoi numerosi amici e conoscenti che lo stimavano, a quanti lavorano alla quotidiana pubblicazione de Il Piccolo con i quali aveva avviato solide e promettenti collaborazioni, alla nostra città di Trieste che aveva intuito di avere in lui un interlocutore disinteressato e un interprete intelligente. Dopo la sua scomparsa resta il dolore per il vuoto incolmabile che si è creato con il venir meno del marito, del padre, dell'amico, del professionista qualificato. Abbiamo appena ascoltato il Salmo 84, un cantico di struggente bellezza, che ci parla della singolare esperienza umana e spirituale di un pellegrino desideroso di raggiungere Gerusalemme e il suo Tempio. Per arrivare là, non teme di attraversare la Valle del Pianto. Giunto finalmente alla meta e con i suoi desideri pienamente saziati, resta ammirato per la fervida attività del Tempio. Poi, prima di partire, lancia un addio e un ultimo sguardo, esclamando: “Sì, è meglio un giorno nei tuoi atri che mille nella mia casa” (v. 11). Commentò sant’Agostino: “Quell’unico giorno eterno non subentra al giorno trascorso e non è premuto dal giorno successivo”. Voglio credere che anche Omar, come il pellegrino del salmo, dopo aver affrontato con coraggio la valle del pianto della vita e averla vissuta in fervida attività, ora è là, negli atri del Signore, a godere l’unico giorno eterno.

2.         Cari amici, Omar ci ha affidato un lascito impegnativo e prezioso che va doverosamente custodito e coltivato. Mi riferisco in particolare alla responsabilità di tutti nel farci carico di Trieste. Lui credeva in questa città, sperava nei suoi progetti di sviluppo futuro, la amava. E con riferimento alla dirompente crisi della Wärtsilä, ebbe parole lungimiranti. Il 22 luglio, in occasione di quella manifestazione di solidarietà, scrisse: “Trieste c’è. Il vescovo e il sindacalista, i sindaci con gli operai, consiglieri regionali e comunali a fianco degli imprenditori. La mobilitazione della città è iniziata e bisogna fare in modo che diventi collettiva, in grado di saldare i pezzi lontani della sensibilità triestina”. Cosa che è avvenuta con la manifestazione di sabato 3 settembre. In Omar, l’amore per la Città era un tutt’uno con l’amore per il suo lavoro di giornalista, chiamato ad informare per offrire alla gente gli elementi necessari per farsi un giudizio e maturare le proprie scelte. A questo riguardo, il 30 dicembre 2021, in occasione del conferimento del Sigillo trecentesco a Il Piccolo per i suoi 140 anni, ebbe ad affermare: “C’è stato un momento che ho capito che voglio morire facendo il giornalista: quando di recente migliaia di persone hanno sfilato sotto le nostre finestre urlandoci contro e usando a sproposito la parola ‘libertà’. Davanti a quel tipo di protesta io dico che noi continueremo a fare il nostro lavoro in modo serio. E saremo sempre liberi”. Ora, a nome anche della nostra Città, vogliamo dire: grazie Omar!