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Lettera ai fratelli e alle sorelle in carcere per il Santo Natale

 

DIOCESI DI TRIESTE


UN NATALE DI PACE
Lettera ai fratelli e alle sorelle in carcere


✠ Giampaolo Crepaldi



Carissimi fratelli e sorelle, buon Natale di pace!

Carissimi fratelli e sorelle detenuti, carissimi operatori, anche quest’anno, a causa delle misure di prevenzione sanitaria, non mi sarà possibile venire il giorno di Natale per celebrare la Santa Messa nella chiesa del carcere. Vi raggiungo comunque con questa mia lettera per augurare a ciascuno di voi, al Direttore, al Comandante, a tutto il personale, al cappellano padre Silvio e ai volontari un buon e santo Natale di pace. La nascita di Gesù Cristo a Betlemme fu accompagnata, infatti, da questo annuncio degli Angeli: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14). Un annuncio che ci rivela che Dio ci dona la pace, distrugge il peccato dell’odio fratricida e della violenza, unisce ciò che era diviso, risveglia nei nostri cuori la vocazione alla fraternità. Il Natale di quest’anno è purtroppo funestato dalla guerra che si sta combattendo nelle terre dell’Ucraina, con un cumulo spaventoso di sofferenza, di distruzione e di morte che pesa su milioni di persone che vedono le loro esistenze precipitare nel nulla, nel gorgo della disperazione, senza speranza e senza futuro: bambini, giovani, famiglie, anziani, malati…, intere Nazioni. Eppure, in questo scenario tetro e angosciante, tutti siamo chiamati a far risuonare di nuovo l’annuncio di pace che ha accompagnato la nascita di Gesù, con il cambiamento delle nostre vite, con la preghiera, facendo in modo che il mondo dentro di noi e fuori di noi sia migliore. Cari amici, anche voi, pur privati della libertà e in condizioni esistenziali complicate e difficili, fate in modo di coltivare nel profondo del vostro cuore questo pensiero: la pace sempre, la pace con tutti, la pace per tutti. La pace è come il pane che nutre, è come il fiore che profuma, è come la stella che illumina, è come il sole che scalda. La pace ha il volto del fratello, della sorella e dell’amico; è l’amore che fa vivere; è dono di Dio ed è preziosa perché ci regala il futuro.
Carissimi fratelli e sorelle, vi accompagno con la mia preghiera affinché possiate ritornare quanto prima al vostro posto nella società, nel mondo del lavoro e nelle vostre amate famiglie. Vi auguro un Natale di pace, vi benedico e vi affido alla materna protezione della Madonna, Regina della pace.

Trieste, 25 dicembre 2022